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Classici fuori Mostra: Asfalto che scotta di Claude Sautet
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Classici fuori Mostra: Asfalto che scotta di Claude Sautet

Mercoledì 8 maggio, al Cinema Rossini alle ore 19, il nuovo appuntamento della rassegna. Introduce Elena Pollacchi.

Classici fuori Mostra

Asfalto che scotta (Classe tous risques, 110’, Francia, 1960) di Claude Sautet, noir francese con Jean-Paul Belmondo, Sandra Milo e Lino Ventura, è il nuovo appuntamento della rassegna Classici fuori Mostra della Biennale di Venezia, mercoledì 8 maggio alle ore 19 al Cinema Rossini (Sala 1) di Venezia (Salizzada de la Chiesa o del Teatro, 3997). Restauro a cura di TF1 Studio. Introduce Elena Pollacchi.

Il gangster Abel Davos (Lino Ventura), condannato per una rapina a Milano, rientra clandestinamente in Francia con la famiglia. Dopo aver perso la moglie in una sparatoria in Costa Azzurra, mette in salvo i figli e si rifugia a Parigi. Qui, braccato dalla polizia, potrà fare affidamento solo sul giovane Eric (Jean-Paul Belmondo), dopo che tutti gli amici e collaboratori gli hanno voltato le spalle.

Tratto dall’omonimo romanzo di José Giovanni, il regista Claude Sautet, realizza uno dei migliori polar (incrocio francese tra poliziesco e noir) degli anni ‘60. In piena Nouvelle vague, Sautet subisce in parte l’influenza della corrente, soprattutto nelle prime sequenze girate con sguardo realistico in Italia, ma poi firma un raffinato e tragico gangster movie, che parla di sconfitta ma anche di amicizia e fiducia. I personaggi di Ventura e Belmondo sono raccontati con una tale umanità che lo spettatore non può non parteggiare per loro ed ergerli ad eroi assoluti della storia. Sautet, già assistente di grandi autori come Georges Franju (Occhi senza volto) e Jacques Becker (Il buco), ne apprende la lezione e dirige una delle opere più significative del genere, capace di rivaleggiare con i classici di Jean-Pierre Melville, nonostante poi in seguito diventerà celebre per i suoi drammi borghesi.

 

“Qui, prima ancora che nelle opere maggiori di Melville, stanno le vere origini del moderno poliziesco europeo. Origini che dobbiamo dunque a Claude Sautet – alle cui successive esplorazioni della classe media il film è profondamente legato – e a José Giovanni, il cui contributo ad altri due capolavori come Il buco e Tutte le ore feriscono… l’ultima uccide fu altrettanto decisivo. Tutta la grandezza di Sautet è già presente in questo primo film, che inizia come una saga familiare e presto diventa una profonda indagine sulla perdita e sul prezzo del crimine, con le sue conseguenze emotivamente intollerabili. I volti di Lino Ventura e di Jean-Paul Belmondo illuminano lo schermo e ci ricordano quale favoloso regista di attori sia sempre stato Sautet […] L’approccio è hemingwayano, ogni traccia d’emozione eliminata. Si va dritti al punto. Pure, scene rese con immagini fulminee acquistano la più grande risonanza emotiva. I personaggi sono come nomadi in riva al mare, in immagini che ricordano Fellini e in particolare La strada.” (Peter Von Bagh)

“‘Ci si crede sempre i più dritti, e poi si scende sempre di più…fino a non essere più niente’, dice Davos: un uomo (ispirato a un vero criminale, Abel Danos) in bilico tra anarchia e paradossale normalità (la famiglia, gli affetti, la rettitudine del suo codice d’onore), che alla fine approda a una solitudine e a una nausea quasi metafisiche […] Asciutto e classico nello stile, regge bene alla prova degli anni e va annoverato tra i migliori noir francesi di sempre.” (Paolo Mereghetti)

 

Dopo Asfalto che scotta, sarà presentato l’ultimo film della rassegna Classici fuori Mostra:
15 maggio Il ferroviere (1956) di Pietro Germi
introduce Roberta Novielli

 

Sono previste particolari facilitazioni per gli studenti (biglietto ridotto 3 euro, abbonamento ridotto 22 euro, biglietto intero 6 euro).