L’opera di Apichatpong Weerasethakul è dominata dalla vita sociale, dalla cultura divergente e dalla politica turbolenta della Thailandia, dove è nato, mentre i fugaci intervalli di sonno, sogno e memoria ricorrono come spazi di esplorazione, liberazione e pacata sovversione.
Questi temi si inseriscono nella complessa interazione tra luce, suono e schermo in Synchronicity (2018), realizzata in collaborazione con l’artista giapponese Tsuyoshi Hisakado (1981, Giappone) ed esposta all’Arsenale, un ambiente in cui le soglie di Weerasethakul ricevono una forma fisica.
Alcune opere sono legate al passato traumatico di Nabua, una cittadina dove i contadini comunisti ribelli vennero brutalmente repressi e uccisi dall’esercito negli anni Sessanta. Due opere esposte nel Padiglione Centrale segnalano una transizione per Weerasethakul, che nel suo progetto attuale, Memoria, ha lavorato per la prima volta fuori dalla Thailandia, in Colombia. L’artista sente un’affinità viscerale per la topografia della Colombia e le cicatrici della guerra civile; i traumi della memoria collettiva permeano la vita quotidiana, come a Nabua.