Cyprien Gaillard si concentra sull’entropia dell’elemento artificiale e di quello naturale, muovendo così una critica tagliente al concetto di progresso attraverso installazioni scultoree, fotografie, frottage, interventi archivistici e video. Osservatore nomadico, l’artista esplora ambienti urbani e paesaggi naturali, cerca segnali dei tempi antichi nei luoghi che lo circondano e porta all’interno delle sue opere frammenti del mondo esterno, creando giustapposizioni anacronistiche che uniscono immagini di distruzione e ricostruzione, rinnovo e degrado. La pratica di Gaillard si costituisce come un’archeologia visiva del decadimento, di un’erosione che riguarda tanto le forme fisiche quanto i significati storico-sociali. Nelle sue opere il tempo spesso collassa, e l’artista combatte il romanticismo delle rovine offrendo uno sguardo disinteressato che permette di comprendere i resti di luoghi ed eventi grazie a una cornice unificata di tempo ciclico.