Mohamed Melehi è stato cofondatore della Scuola di Casablanca in Marocco, un movimento di arte moderna post-coloniale degli anni Sessanta. Nelle sue opere, Melehi incorpora le onde; queste a volte assumono la forma di parti del corpo umano o esplodono verso l’alto, come un magma, altre volte sono del tutto astratte e decostruite. Tuttavia, all’origine, queste onde sono l’interpretazione dell’artista di prodotti tribali noti come tappeti Glaoui, realizzati con un’ampia gamma di tecniche tessili a formare fasce su trame piatte allungate, comuni nella tradizione tribale amazigh. Sin dal 1970 Melehi inizia a usare la vernice per auto a base di cellulosa per applicare colori piatti e brillanti alle superfici in legno. Nell’intento di ottenere piattezza di composizione e una sottile assenza dell’artista, non lascia pennellate visibili sulle sue opere. In Composition (1968), si avvicina alla piattezza desiderata anche utilizzando la pittura a olio su tela. La deliberata manipolazione di continuità e discontinuità nel dipinto da parte dell’artista coinvolge lo spettatore in un’esperienza giocosa: può scegliere di seguire il flusso vibrante dell’onda da un lato all’altro o di guardare l’intera immagine, abbracciandone il movimento animato e il rapimento visivo.
L’opera di Mohammed Melehi è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Fadia Antar