Diplomata all’Istituto d’Arte di Venezia nel 1955, Maria Polo si stabilisce prima a Roma e poi, nel 1962, a Rio de Janeiro, in un periodo in cui l’astrazione e l’oggettualità sono i principali interessi dei locali gruppi d’avanguardia. Senza titolo (1962) appartiene alla serie presentata all’undicesimo Salone d’Arte Moderna di Rio de Janeiro. Il dipinto combina forme dense e frammentate che sembrano esplodere su uno sfondo grigio. Vuoti luminosi competono con geometrie irregolari in toni sanguigni e neri, a volte allineati con il bordo della tela, altre volte scagliati contro i suoi limiti. In seguito, Polo sviluppa astrazioni sempre più colorate, combinando cerchi con forme irregolari che ne sfidano la durezza (1970-1983). Il lavoro dell’artista evoca il movimento e la trasformazione vissuti da migrante e la sua condizione di straniera in diverse città (Venezia, Roma, San Paolo, Rio de Janeiro). Il suo marchio di astrazione si distingue dalle tendenze geometriche che caratterizzano la produzione d’avanguardia a San Paolo e Rio: le sue pennellate evocano l’Espressionismo, mentre l’impasto ricorda la materialità dell’Informale.
L’opera di Maria Polo è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Luiza Interlenghi