Simone Forti, premiata con il prestigioso Leone d’Oro alla carriera alla Biennale Danza 2023, è pioniera nell’ambito della danza, della performance e dell’arte sperimentale. Huddle (1961), dalla serie Dance Constructions, coinvolge circa sette performer che si abbracciano in uno stretto accalcarsi di corpi. A turno, ogni danzatore si arrampica sugli altri per un attimo, creando una forma “simile a una piccola montagna”, nelle parole dell’artista. L’opera trasforma in scultura i corpi dei performer, giocando sui confini fra soggetto e oggetto. La metafora si riferisce ai legami interpersonali e alla collettività, nonché all’individuale ciclo di superamento delle sfide, fisicamente espresso dal reggere il peso e dal condividerlo. Oltre alle coreografie, Forti pratica ampiamente il disegno. Nel 1966, realizza la serie di acquerelli Red Hat, intitolata così per un cappello da lei posseduto, che diviene metonimia della stessa artista: “In qualche modo [il cappello rosso] è diventato il segno distintivo di questo personaggio, io, che corro sulle montagne, talvolta inseguita da cupe figure”. In assonanza con le performance, i disegni si muovono sul limite tra soggetto e oggetto, evidenziando una convergenza tra vita e arte.
L’opera di Simone Forti è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Sofia Gotti