Frieda Toranzo Jaeger realizza dipinti e installazioni modulari che immaginano un futuro caratterizzato dalla libertà queer, da una comunione ecologica con la natura e da spazi gioiosi e conviviali. Nel progetto realizzato per Biennale Arte 2024, l’artista approfondisce il proprio interesse per le automobili, le tradizioni del ricamo, i dipinti murali e gli altari delle religioni occidentali, guidando il fruitore tra le esperienze delle comunità emarginate nella loro resistenza di genere e contro il colonialismo. La fascinazione dell’artista per le auto, soprattutto elettriche, trae origine nella percezione che esse siano intrinsecamente femminili e ispirino così fantasie utopistiche. Toranzo Jaeger sottolinea la sensualità delle superfici creando anche una tensione attraverso i riferimenti presenti nel suo lavoro. L’opera allude al Venditore di fiori (1941) di Diego Rivera e ai murales di Juan O’Gorman presso la biblioteca UNAM (1949-1952). Inoltre, rende omaggio a Saffo (circa 630-604 a.C.), la famosa poetessa greca dell’isola di Lesbo, celebrata come simbolo queer per i suoi versi rivolti ad altre donne, dal carico fortemente emotivo. Le dimensioni esagerate della firma dell’artista non solo rappresentano una parodia dell’autorialità tradizionalmente maschile associata alla pittura, ma reclamano anche quello spazio per una voce femminile queer.
L’opera di Frieda Toranzo Jaeger è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Amanda Carneiro