Plaudita come la prima donna nata in Malesia a tenere una mostra personale a Singapore, la storia di Lai Foong Moi racchiude il modo in cui lo sviluppo dello stile artistico si è intrecciato con riflessioni su nazione e identità nel contesto di una Malesia (dominio britannico fino al 1963) postbellica e postcoloniale. Labourer (Lunch Break) (1965) è un ritratto introspettivo che esemplifica l’attenzione dell’artista verso il mondo interiore dei propri soggetti. La figura al centro della composizione è presentata in un momento di riposo e contemplazione mentre guarda oltre la cornice. L’identità di bracciante è rivelata dalla camicia blu, segno distintivo dei lavoratori migranti cinesi, chiamati coolie, che fin dal XIX secolo si sono recati in Malesia per svolgere lavori manuali. Dietro di lui, voltata di spalle e con i lineamenti in parte nascosti, una donna sta consumando il proprio pasto. Il foulard rosso, che spicca come momento di differenziazione cromatica, denota la sua identità di donna samsui, ovvero una lavoratrice immigrata. Sebbene entrambe le figure occupino la stessa linea visiva all’interno della composizione, le posture divergenti permettono all’artista di suggerire una gerarchia di anonimato all’interno di questo trascurato segmento della società.
L’opera di Lai Foong Moi è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Teo Hui Min