Una stanza delle meraviglie
"La mostra presenta tracce che si integrano in una stanza delle meraviglie che ricerca al suo interno gli slanci per nuove letture, accurati accostamenti, fulminanti coincidenze:
le figure plastiche di una danza per pose espressionistiche nella rappresentazione della fiaba di Andersen;
i balletti sentitamente colti e trasfiguranti di Aurel M. Milloss, tra il ’48 e il '50, con le scene di De Pisis che si ispira a Degas;
le pose di una mondanità ai limiti della malinconia come appare nei volti degli artisti del Gran Ballet de Marquis de Cuevas alle scene di Dalì e negli sguardi dei divi del New York City Ballet del ’53 raffigurati nel bianco astratto del fondo;
l’Idiota grottesco di Tatania Gsvosky che accompagna le musiche di Hans Werner Henze;
i sapienti quadri fumettistici a formare tableaux di espressioni orientali nel Mandarino meraviglioso, balletto di Jacques Etcheverry del ‘55;
l’Esposizione di L. Berio e l’emergere della fisicità scenica negli interpreti guidati da Ann Halprin nel ’63; i quadri coreografici e antropologici di Alwin Nikolais e Alvin Ailey in relazione alle danze della cultura orientale dell’antico teatro indiano, dell’opera di Pechino e dei balletti di Sunda (Giava). (...)"