Il mio ultimo film, La peau douce, ha come soggetto l’adulterio. Ho avuto quest’idea per la prima volta due o tre anni fa, e a proposito d’una immagine che alla fine non è presente nel film. Succede. Avevo pensato semplicemente all’interesse che poteva esserci a mostrare, in un taxi, una coppia clandestina che deve separarsi. Immaginavo una scena piuttosto focosa, quasi bestiale, con una serie di baci in cui si doveva sentire il rumore dei denti che si scontravano. Ricordo che è stata quest’idea il punto di partenza della Peau douce. Mi sono detto che l’idea di clandestinità e di taxi sarebbero state bene insieme, perché se è l’uomo a guidare è meno interessante; bisogna che la coppia sia sul sedile posteriore d’un taxi, e i baci devono essere molto appassionati perché i due sono costretti a separarsi quando tutto ciò che vogliono è restare insieme. Allora il senso di clandestinità e il rumore dei denti avrebbero dato una certa crudezza, un vivo sentimento d’amore fisico. Ho ripensato ogni tanto a quest’immagine e a poco a poco s’è formata tutta una sceneggiatura, e alla fine questa scena non si trova nel film perché non abbiamo trovato il modo di introdurre un taxi nell’azione; comunque è questa l’origine esatta, nel caso specifico della Peau douce.
François Truffaut, Cinéma, n. 85, 1964