Ho vissuto soffrendo di emicrania vestibolare per gran parte della mia vita adulta e per la maggior parte del tempo l’ho ritenuta un ostacolo, anziché un’occasione, per la creatività. Ma di recente mi sono reso conto che, oltre al dolore, c’è anche bellezza. Posso cambiare forma, mentre i confini dei miei sensi si estendono e incorporano i ritmi delle forze umane e non umane. Turbulence tenta di trasformare l’emicrania vestibolare in una modalità di percezione espansa, in cui i confini tra il sé e l’altro, tra vivente e non vivente si compenetrano. La realtà estesa è il mezzo perfetto: un intervento nella realtà che è unicamente vestibolare, ma che – proprio come il mio cervello – può trasformarsi in strani nuovi modi di essere-nel-mondo. Di solito evitiamo questi slittamenti dell’incarnazione, ma per me sono sempre stati una delle parti più interessanti della realtà virtuale, forse perché sono la cosa più vicina a descrivere come ci si sente con l’emicrania vestibolare. Questo progetto è un intervento sul modo in cui comprendiamo il nostro cervello, chiedendoci di riflettere criticamente sulla struttura della realtà. Forse questa condizione ci allinea con qualcosa di più essenziale... che anche la realtà stessa è in continuo movimento, in continuo cambiamento, in continuo divenire.
Ben Joseph Andrews