Sei lungometraggi Biennale College Cinema su Biennale Cinema Channel
Da domani 20 settembre su MYmovies.it in occasione dei 10 anni di attività della Biennale College Cinema.
Biennale College Cinema
In occasione dei dieci anni della Biennale College Cinema – il laboratorio internazionale di alta formazione di cineasti emergenti della Biennale di Venezia per lungometraggi a microbudget – sei film di BCC saranno visibili da domani, martedì 20 settembre, sul sito web di MYmovies.it all’indirizzo www.mymovies.it/ondemand/biennalecinema/ della piattaforma streaming Biennale Cinema Channel.
I sei lungometraggi, provenienti da Argentina, Finlandia, Israele, Italia, Usa e Venezuela, sono:
- Nuestros días más felices di Sol Berruezo Pichon-Rivière (2021, Argentina)
- Fucking With Nobody di Hannaleena Hauru (2020, Finlandia)
- The End of Love di Karen Ben Rafael (2019, Israele)
- Beautiful Things di Giorgio Ferrero (2017, Italia)
- La Soledad di Jorge Thielen Armand (2016, Venezuela)
- The Fits di Anna Rose Helmer (2015, Usa) – da martedì 4 ottobre
Come tutti i 34 lungometraggi finora direttamente realizzati in dieci anni da Biennale College Cinema, anche i sei titoli sopracitati hanno ottenuto importanti riconoscimenti internazionali. Anna Rose Helmer, regista di The Fits (2015), ha vinto nel 2017 il prestigioso Spirit Independent Award (l’Oscar del cinema indipendente) come miglior regista emergente (Kiehl’s Someone to Watch Award). The Fits alla Mostra di Venezia del 2015 aveva ottenuto entusiastiche recensioni da “The Hollywood Reporter” (“La scoperta di un diamante grezzo”) e dai “Cahiers du Cinéma” (“l’opera prima più emozionante del festival”). La Soledad (2016) di Jorge Thielen Armand ha vinto premi ai festival di Atlanta, Biarritz, Durban, La Plata, Mimai, Nashville e Rhode Island. Il documentario Beautiful Things (2017) di Giorgio Ferrero ha vinto il primo premio al CPH:DOX di Copenhagen nella sezione NEXT:WAVE dedicata ai registi emergenti. The End of Love (2019) di Karen Ben Rafael ha vinto il premio per la miglior fotografia al Festival di Varsavia. La regista Hannaleena Hauru ) ha vinto il premio Women in Focus al Festival di Siviglia per Fucking With Nobody (2020). Nuestros Días Más Felices (2021) di Sol Berruezo Pichon-Rivière ha ottenuto un premio speciale dalla Hollywood Foreign Press.
I sei titoli della Biennale College Cinema si aggiungono alla library di 35 titoli della piattaforma streaming Biennale Channel Cinema, che dal 2020 presenta, in collaborazione con MYmovies, un’importante selezione di film da riscoprire della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica delle edizioni della Mostra dal 2007 rimasti inediti in Italia.
Dal 2012 Biennale College Cinema e Virtual Reality hanno complessivamente contribuito a realizzare 83 opere audiovisive di altrettanti team composti da un regista e un produttore, provenienti da ogni continente e da 48 paesi, a seguito di più di duemila domande da tutto il mondo.
A partire dal 2022, la somma messa a disposizione per la produzione dei film selezionati da Biennale College Cinema è stata portata da 150.000 a € 200.000 (€ 80.000 per le opere VR).
Biennale College Cinema, realizzato dalla Biennale di Venezia, ha il sostegno del Ministero della Cultura - Direzione Generale Cinema. Main sponsor dell’iniziativa è Vivendi. Sponsor è Gruppo Multiversity, a cui fa riferimento l’Università Pegaso. Biennale College Cinema si avvale della collaborazione accademica di Gotham Film & Media Institute e del TorinoFilmLab. Direttore è Alberto Barbera, Head of Programme Savina Neirotti.
Le schede dei 6 film su Biennale Cinema Channel
Nuestros días más felices di Sol Berruezo Pichon-Rivière (2021, Argentina)
Agata, 74 anni, e Leonida, 36, hanno una forte relazione madre-figlio: Agata non si è più innamorata e Leonida osa farsi una vita fuori da casa. Un giorno, Agata si sveglia nel corpo di una bambina: sempre lei, ma all’età di otto anni.
Fucking With Nobody di Hannaleena Hauru (2020, Finlandia)
Le vite di 5 personaggi che cercano di inserirsi nell’industria del cinema finlandese, si incrociano in un progetto di finto matrimonio.
The End of Love di Karen Ben Rafael (2019, Israele)
In principio facevano l’amore nonostante abitassero in paesi differenti, ma col passare del tempo non ci fu più intimità tra loro. Alla fine, si innamoreranno per la prima volta.
Beautiful Things di Giorgio Ferrero (2017, Italia)
Un documentario sugli oggetti e sui suoni del mondo contemporaneo. Gli oggetti di cui pensiamo di aver bisogno ogni giorno, iniziano e finiscono il loro viaggio all'interno di luoghi industriali o scientifici spettrali.
La Soledad di Jorge Thielen Armand (2016, Venezuela)
Un ragazzo di Caracas scopre che la decrepita baracca dove vive con la famiglia verrà presto distrutta. Sperando di poter salvare i genitori da una vita senza casa, si mette alla ricerca di una quantità d’oro che si dice sia nascosta fra le sue mura.
The Fits di Anna Rose Helmer (2015, Usa)
Storia di una ragazzina di tredici anni di Cincinnati che si allena nella boxe ma che si appassiona alla danza.
I dieci anni della Biennale College Cinema
Per festeggiare, raccontare e documentare i dieci anni della Biennale College-Cinema, esperienza unica nel panorama festivaliero, La Biennale di Venezia ha pubblicato nel 2022 Dieci – Biennale College Cinema 2012–22, un volume che raccoglie scritti di Roberto Cicutto, Paolo Baratta, Alberto Barbera, Savina Neirotti, Glenn Kenny, Stephanie Zacharek, Federica Polidoro, Michel Reilhac, Jane Williams, interviste agli autori dei film, dati e cifre di ciascuno dei progetti prodotti o sviluppati nell’ambito della Biennale College Cinema.
Nel volume, Alberto Barbera e Savina Neirotti nel saggio La scommessa scrivono: “Nel 2011 non si fece altro che prender nota del fatto che mancava, nei progetti europei dedicati alla formazione di sceneggiatori, registi e produttori, un percorso che contemplasse non solo lo sviluppo di sceneggiature e le modalità di accesso al mercato, ma una vera e propria attività di produzione di opere prime e seconde. (…) La parola che ritornava più spesso, nei vari incontri, era “microbudget”. La mancanza o scarsità di fondi pubblici spingeva molti autori a trovare soluzioni creative per girare lungometraggi. I progetti trasudavano originalità: era come se la costrizione di budget avesse stimolato la fantasia e le abilità di molti (…). Il progetto della Biennale College Cinema prese rapidamente forma. Con l’incitamento venuto dalla Presidenza, alla fine del mese di gennaio 2012 il progetto aveva assunto le caratteristiche principali che ancora oggi lo contraddistinguono.”
“Biennale College scioglie la lingua dei registi, per così dire, e consente loro di esprimersi il più radicalmente e assolutisticamente possibile.” Scrive Glenn Kenny nel saggio La vita del cinema. “E poi La Biennale stessa proietta quei film in sala. Mi dà sempre soddisfazione, alle proiezioni del College, vedere un pubblico entusiasta, a volte composto da delegazioni dei paesi d’origine”
“Il cinema non è per cuori deboli” scrive Stephanie Zacharek nel saggio Biennale College Cinema: insieme nel buio, “e ciascun progetto selezionato per essere sviluppato alla Biennale College è una prova di coraggio di un regista emergente. Fiducia e insicurezza possono insinuarsi, ma non c’è tempo per fermarsi a riposare. È fondamentale mantenere lo slancio. Eppure, se anche questi registi hanno provato ansia o tensione, non ce n’è traccia nelle loro opere.”