Una piccola utilitaria entra e parcheggia in un garage stretto e scuro. Alla guida dell’auto c’è una donna sulla quarantina, è sfinita e inspira ed espira profondamente. Una, questo il suo nome, entra in casa trascinandosi e fumando per le stanze scure e soffocanti, sembra un automa. La casa, gli oggetti, lei stessa, tutto nel suo mondo è un acquerello bianco e nero, statico. Una non vuole avere contatti con nessuno, rifiuta chiamate e messaggi ma allo stesso tempo si sente sola. Ha bisogno di respirare e riprendere energia, così viene richiamata da un mondo esterno alle mura di casa: il suo giardino. Una è momentaneamente serena. Si ritrova in uno spazio esterno molto ampio che l’aiuta a tornare a respirare senza difficoltà. L’ambiente, da bianco e nero, si rivela nel colore che riempie, letteralmente, anche la protagonista.