Ancora tre settimane per visitare la mostra “Luca Massimo Barbero. Un Diavolo Amico”
Aperta fino a domenica 30 giugno 2024 presso il Portego di Ca' Giustinian.
Ancora tre settimane alla chiusura della mostra
Mancano tre settimane alla chiusura della mostra Luca Massimo Barbero. Un Diavolo Amico - che resterà aperta fino a domenica 30 giugno negli spazi del Portego di Ca’ Giustinian – mentre continua la collaborazione dell’Archivio Storico della Biennale di Venezia con Barbero. Lo studio dei fondi e la loro ricognizione, anche ai fini della sistemazione nella nuova sede dell’Archivio presso l’Arsenale, saranno a loro volta oggetto di ulteriori interventi e progetti. Tra questi, la pubblicazione nel prossimo autunno di un volume fotografico dedicato alla collezione delle straordinarie immagini in bianco e nero di Cameraphoto Venezia, che rappresentano storici episodi delle attività della Biennale dal 1948 al 1981 già esposte per una parte nella mostra ancora in corso.
Frutto della donazione dell’archivio di Luca Massimo Barbero all’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale, la mostra è stata inaugurata il 16 novembre 2023 e ha visto esposti a rotazione disegni, fotografie, appunti estratti dai quaderni di bozzetti, storyboard, cataloghi, oggetti, che testimoniano un percorso professionale internazionale e una quarantennale pratica curatoriale.
La mostra con tutti i suoi materiali, non solo fotografici, resta comunque documentata e illustrata sulle pagine del catalogo, pubblicato da Edizioni La Biennale di Venezia (febbraio 2024) e acquistabile sul sito labiennale.org/it/acquista-online.
L’Archivio Storico della Biennale di Venezia, con la sede del Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee in corso di realizzazione all’Arsenale, intende ampliare la sua missione come luogo sempre più aperto, vitale e generativo, volto ad attivare nuove opportunità di ricerca, oltre a valorizzare lasciti di artisti e curatori, conservandoli e mettendoli a disposizione di giovani studenti e appassionati ricercatori.
L’archivio di Luca Massimo Barbero
L’archivio di Luca Massimo Barbero, critico, storico e curatore di arte moderna e contemporanea, approda all’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia. Per l’occasione La Biennale ha realizzato nella sua sede di Ca’ Giustinian la mostra dal titolo Luca Massimo Barbero. Un Diavolo Amico. La mostra, inaugurata il 16 novembre 2023, resterà aperta fino a domenica 30 giugno 2024.
L’archivio di Barbero si distingue per essere un archivio vivo e in continua espansione, che si arricchirà di tutto quello che il suo titolare produrrà in futuro e che lui stesso continuerà a utilizzare. Sarà altresì un archivio propositivo e di spunto per iniziative dello stesso Archivio della Biennale.
Con l’intento di inventariare e valorizzare questa nuova acquisizione - accanto a Fondo Palazzo Grassi/Fiat, Archivio Premio Oderzo, Fondo Luca Ronconi, Fondo Lorenzo Capellini, Archivio Associazione Nuova Icona, Archivio Enzo De Martino, e dopo l’accordo con la Fondazione Luigi Nono - La Biennale conferma l’indirizzo e il programma dell’Archivio Storico: ospitare archivi e fondi, anche di terzi, che affrontano e si misurano con i temi legati alle arti contemporanee. Anche attraverso queste azioni l’Archivio Storico della Biennale di Venezia/Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee, con la nuova sede in corso di realizzazione all’Arsenale, intende ampliare la sua missione come luogo sempre più aperto, vitale e generativo, volto ad attivare nuove opportunità di ricerca, oltre a valorizzare lasciti di artisti, conservandoli e mettendoli a disposizione di giovani studenti e appassionati ricercatori.
Dichiarazioni
Il gesto di Luca Massimo Barbero nelle parole di Roberto Cicutto, Presidente della Biennale di Venezia: “Per definire questa scelta di Luca Massimo Barbero utilizzo la parola ‘gesto’ nella sua accezione semantica più ampia (movimento, espressione di un sentimento, atto motivato da ragioni profonde) perché sconfigge in maniera chiara la concezione di un archivio a cui si lascia qualcosa perché venga solo conservata. In questo caso si lascia qualcosa affinché aumenti la sua capacità respiratoria e cresca in un contesto che può valorizzarla rendendola fruibile dal più largo pubblico possibile.”
“Ringrazio Luca Massimo Barbero per la fiducia riposta nella Biennale, che in questi anni abbiamo dotato di una settima arte: ‘l’arte della connessione’ attraverso la ricchezza dei suoi fondi storici e l’acquisizione di archivi contemporanei in continuo divenire grazie all’azione costante dei loro creatori”.
“Sono grato e onorato che La Biennale di Venezia abbia accolto il mio archivio - ha dichiarato Luca Massimo Barbero. Considero gli archivi una culla e devo buona parte delle mie radici alla Biennale di Venezia che sento come un cantiere vitale dell’arte contemporanea. Sin da studente è stato un luogo unico che ha dato a molti di noi la possibilità di studiare e conoscere, come amo dire, “viaggiando senza spostarsi”. Sono felicissimo di questa opportunità, perché mi permette di restituire e condividere il mio immaginario, dal cinema, all’arte, alla fotografia, che ha preso forma all’interno di quello stesso archivio. In questo momento storico di abbreviazione della memoria, consegnare alla Biennale materiali ancorati al presente e mettere a disposizione degli studiosi documenti che possono essere consultati nella loro versione originale assume una dimensione vitale.”
Il ‘Diavolo’ del titolo della mostra, Luca Massimo Barbero. Un Diavolo Amico, è ispirato al disegno di Tancredi, straordinario e inafferrabile artista, che è la chiave del rapporto di Barbero con Venezia. “Condividere questo disegno con l’Archivio della Biennale significa anche – spiega Barbero - far rivivere tutto in un ossimoro: un demone amico che comporta una dannazione felice: la storia dell’arte e la “curiosità” che ti possiede. Le immagini sono una storia viva!”.
La mostra
La mostra, introdotta da un testo di Nicolas Ballario (giornalista ed esperto di arte contemporanea applicata ai media), presenta una prima tranche di materiali dall’archivio di Luca Massimo Barbero, che saranno esposti a rotazione nei mesi successivi, in una sorta di carotaggio volta a rivelare i numerosi aspetti della sua personalità e del suo metodo di studio e curatela. Disegni, fotografie, appunti estratti dai quaderni di bozzetti, storyboard, cataloghi, oggetti, tutti materiali che testimoniano la quarantennale pratica curatoriale, che contraddistingue internazionalmente il suo percorso professionale.
Le pareti del Portego di Ca’ Giustinian ospitano una serie di fotografie storiche di Cameraphoto, che rappresentano episodi della Biennale di Venezia dal 1948 al 1981: una collezione di fotografie che riassume l’abbecedario della formazione di Barbero e testimonia il legame con l’istituzione veneziana attraverso la sua ampia fototeca.
Le due sale alle estremità del Portego ne mostrano il metodo e la pratica curatoriale. Barbero, nella cura quasi ossessiva di ogni particolare, nelle mostre e nell’editoria, condivide la sua “originalità” che oggi lo fa considerare tra le figure autorevoli del panorama storico artistico. Nella prima sala sono presentati alcuni episodi espositivi, dalla mostra dedicata a Peter Greenaway al Museo Fortuny, nel 1993, a una scacchiera di immagini e materiali relativi agli allestimenti di opere di artisti quali, tra gli altri, Lucio Fontana, Carla Accardi, Anthony Gormley, Shirin Neshat, Tomas Saraceno, Arcangelo Sassolino, realizzati dagli anni novanta del Novecento ad oggi al Moderna Museet di Stoccolma, al Macro di Roma, al Guggenheim Museum di New York, alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia e alla Kunsthaus di Zurigo.
Nella sala che da sempre viene chiamata ‘spazio bimbi’ è presentato un mondo noto a pochissimi, che racconta colui che la critica ha definito “lo storico dell’arte cacciatore di immagini”: una selezione di schizzi e disegni, testi e lezioni dell’attività didattica alla Scuola Holden di Torino; un Barbero inedito, fotografo della nazionale di lotta greco-romana; ritratti da un progetto decennale di fotografia intitolato Candidi come colombe astuti come serpenti. Su tutto affiora il rapporto intimo con la fotografia e le immagini, praticato sin da adolescente e affinato negli anni in un metodo che diventerà indispensabile anche per il suo lavoro di storico dell’arte. “Tutti questi materiali – ha detto Barbero - risuoneranno nella loro vicinanza al presente in un luogo aperto a tutti, a contatto con i giovani che potranno studiarli e conoscerli, e che chissà, da studenti possano diventare studiosi”.
Biografia
Personalità polimorfa negli interessi e nella formazione Luca Massimo Barbero è uno storico dell’arte, curatore e fotografo. Nato a Torino nel 1963, nella prima parte della sua vita si forma in Italia e in più soggiorni all’estero. Dagli studi umanistici passa agli studi di Agraria e fotografia per arrivare a Venezia non ancora maggiorenne, dove si laurea in Storia e Critica delle Arti e del cinema all’Università Ca’ Foscari.
Da subito la sua attività ricopre più aspetti di interesse, a partire dallo studio approfondito dello Spazialismo e di Lucio Fontana nel 1986, di cui diverrà uno degli studiosi di riferimento fino a diventare oggi Consulente Scientifico della Fondazione Lucio Fontana di Milano. Dagli studi e pubblicazioni sull’arte del secondo dopoguerra italiana e statunitense giunge a essere Associate Curator della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia per oltre 15 anni. Presenta l’arte italiana in istituzioni museali internazionali tra cui il Moderna Museet di Stoccolma, la Kunsthaus di Zurigo, la Biennale di Venezia e il Solomon R. Guggenheim di New York, tra le altre. Cura costantemente esposizioni e progetti speciali di arte contemporanea, dai giovani artisti esordienti a personalità come Jean Michel Basquiat, Nan Goldin, Carla Accardi, Mario Schifano, Yayoi Kusama, Shirin Neshat, Jason Martin, Keith Haring e molti altri.
Il suo coinvolgimento e interesse per la fotografia e il cinema lo portano a ideare e curare varie mostre e pubblicazioni legate a quei temi, collaborando con Peter Greenaway in più occasioni, con Abbas Kiarostami, Wim Wenders e David Cronenberg, e raccogliendo una fototeca personale di storia dell’arte, di sport e di cronaca. Fotografo egli stesso, pubblica sotto vari pseudonimi su varie riviste internazionali ritratti e scene di vita tratte da suoi viaggi. Nel 2007 e l’anno successivo pubblica due volumi di fotografia dedicati allo sport e alla lotta Greco-Romana di cui segue il campionato italiano per la Federazione nazionale.
È autore di numerose pubblicazioni di Storia dell’arte e di Cataloghi Ragionati dell’opera di: Lucio Fontana (Opere su carta e Sculture in ceramica), Pietro Consagra, Paolo Scheggi e altri autori del secondo dopoguerra. Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e di Perugia, ricopre incarichi didattici alle Università Iuav e Ca’ Foscari di Venezia. Dal 2009 al 2011 è direttore del nuovo Museo Macro di Roma ed è stato tra i docenti della Scuola Holden dai suoi inizi. Oggi è Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, Curatore Associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea di Intesa Sanpaolo, membro del Comitato scientifico della Collezione della Farnesina e del Comitato editoriale de “Il Giornale dell’Arte”.