Candido Portinari, secondo di dodici figli, nasce a Brodowski, cittadina nella campagna intorno a San Paolo, in una famiglia di immigrati originari del Veneto. Cabeça de mulato (1934) è un’opera significativa nel contesto dei ritratti di Portinari, uno dei suoi linguaggi più rappresentativi. L’artista dimostra la sua straordinaria abilità di disegnatore, come si nota dall’uso del chiaroscuro e soprattutto dai tratti delicati e precisi che delineano gli occhi, il naso, la bocca e il mento. Nel corso della sua vita, Portinari dipinge oltre settecento ritratti. Gli interessa in particolare ritrarre tipologie di brasiliani “popolari”, tra cui contadini mulatti e di colore e umili migranti. Nel Brasile dell’epoca il termine “mulatto” designa una persona di origine multietnica — nata da genitori di etnie diverse, solitamente di ascendenza africana ed europea. Tuttavia da allora la parola ha acquisito connotazioni dispregiative e discriminatorie nel Paese e oggi se ne ripudia l’uso. Qui il personaggio guarda in faccia l’osservatore, enfatizzando così il potere, la dignità e la nobiltà che Portinari imprime ai propri ritratti di “gente comune”.
—Fernando Olivia