Pusher

Frank, un piccolo spacciatore, si trova a vivere la peggiore settimana della sua vita dopo che una faccenda di eroina va a finire male lasciandolo in debito con Milo, boss balcanico dei narcotrafficanti. Col passare dei giorni Frank fatica a restituire il denaro, sotto la pressione incalzante dello spietato signore della droga. La sua crescente disperazione diventa incontrollabile quando nulla va come previsto ed è costretto ad affrontare le terribili conseguenze di questa situazione autoinflitta.

Avendo scritto e diretto il mio primo lungometraggio all’età di 24 anni, si può dire che l’abbia creato con la pura arroganza della giovinezza.

Nel 1996 Pusher esemplificava tutto quello che ci si poteva aspettare da un giovane regista post-Tarantino iper-sicuro di sé, con risorse limitate e camera a mano: un bozzetto sui bassifondi, narrativamente affollato e in stile quasi-verité, al ritmo battente della techno e del thrash metal scandinavo. 

Jonathan Romney, Sight and Sound, marzo 2006

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