Mostra a cura di Wayne McGregor con Elisa Guzzo Vaccarino e l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC).
Iconoclasts. Donne che infrangono le regole alla Biennale Danza
Mostra a Ca’ Giustinian (San Marco 1364/A, Venezia), inaugurazione mercoledì 17 luglio. Aperto tutti i giorni, ore 9-19, ingresso libero.
Nota di Wayne McGregor
Una delle autentiche meraviglie della Biennale di Venezia è il suo incredibile Archivio Storico – ASAC. Non è solo una miniera di conoscenze istituzionali e artefatti essenziali per i più storici festival del mondo, ma è pieno di memoria, di significato e di altre storie, che questi documenti, film e fotografie rivelano, quando li incontriamo di nuovo, oggi. La corrispondenza di e con i più importanti artisti della loro epoca si conserva insieme a quella spesso trascurate della nostra, ed è solo quando ci avventuriamo all’indietro che scopriamo il potentissimo filo dorato che collega, connette, distilla e dialoga con l’essenza stessa del nostro capitale culturale più vitale.
Con la danza siamo stati notoriamente negligenti quanto a catturarne la nostra forma nel momento del suo svolgersi, spesso con la scusa che è un medium che celebra l’effimero e il transitorio, forse a scapito della sua futura eredità. Eppure, quando raccogliamo gli elementi e siamo in grado di ricostruire un percorso, quando abbiamo la rara opportunità di mettere insieme i nostri frammenti danzati, collocandoli ciascuno in una sequenza temporale di sperimentazione, innovazione e evoluzione, riusciamo a comprendere, incorporare ed esperire il lavoro nel suo complesso come se fosse di nuovo fresco. Gli Archivi sono quindi, allo stesso tempo, una ricerca avanzata, che oggi risuona con un senso di meraviglia finemente risintonizzato come all’atto della creazione, vibrante di nuovo vigore – vivo – nel necessario contesto contemporaneo.
Questo frammento del nostro archivio vivente della danza a Venezia, ICONOCLASTS, mette in relazione le pioniere e avventuriere che hanno condiviso la propria arte radicale con noi in laguna e, nel farlo, si sono opposte alla propria epoca, hanno oltrepassato i confini, avanzando con le loro prospettive uniche e spingendo anche noi verso il possibile. Siamo seduti sulle spalle di donne giganti, alcune a voi già note, e altre che saranno una rivelazione, ma ciascuna che contribuisce al nostro palinsesto di genî del movimento globale.
Nota di Elisa Guzzo Vaccarino
Pioniere, avventurose, radicali, iconoclaste, professioniste determinate, le donne artiste conquistano e illustrano Venezia. Le coreografe e le danzatrici-autrici dai primi del Novecento, misurandosi costantemente alla pari con gli uomini, colleghi, amici e rivali, si gettano nella mischia dell’arte del corpo, sfidando la tradizione e le convenzioni. Creare è una priorità irrinunciabile, senza temere la sfida del giudizio di pubblico e critica, maschile e femminile. Danza classica e moderna europea sono presenti in Laguna e alla Biennale anzitutto nei programmi del Festival Internazionale di Musica Contemporanea con nomi di primo piano; dal Secondo dopoguerra sarà poi dagli USA e dal mondo intero che giungeranno a Venezia i lavori di coreografe epocali. La nuova Germania si presenta con un portfolio di Stücke di Pina Bausch e del suo Wuppertal Tanztheater nel 1985 al Festival Internazionale del Teatro. Dalla nascita, nel 1999, del Settore Danza con Carolyn Carlson si svilupperà un incisivo filone di calendari punteggiati di lavori firmati da donne, con due coreografe dal Nuovo Mondo, Karole Armitage e Marie Chouinard, a dirigere Festival internazionali innovativi e con una ormai lunga serie di Leoni d’Oro e d’Argento assegnati ad artiste di conclamato valore in una caleidoscopica varietà di stili e poetiche.