Le sculture di Jesse Darling sono ferite, volubili e instabili, ma sono anche piene di vita. Questi dimessi assemblaggi, realizzati con materiali d’uso comune a basso costo, evocano corpi di eccezionale intensità; inoltre sono risolutamente non-monumentali. Dopo che non ha più potuto usare buona parte del braccio destro in seguito a una malattia neurologica, Darling ha realizzato quanto le ideologie che aveva ereditato e il machismo discriminatorio permeassero la sua concezione iniziale della scultura: l’idea di ‘duro lavoro’ e del ‘gesto’. Come l’artista spiega: “Ora cerco di pensare e lavorare in direzione di una pratica scultorea non-machista, raccogliendo e assemblando piccoli oggetti in formulazioni narrative e imparando a disegnare con la mano sinistra”.