Per Ad Minoliti la pittura metafisica è il simbolo dell’utopia modernista e di tutti i suoi aspetti riprovevoli: gli ideali tendenti alla repressione, le strutture rigide e conservatrici e pure l’implicita “logica binaria”, legata alla teoria di Jacques Derrida secondo cui il pensiero occidentale si fonda su contrasti dualistici come maschio-femmina, razionale-emotivo o natura-cultura. Il suo impegno artistico, quindi, è rivolto alla creazione di uno spazio di rappresentazione alternativo che si opponga a tale posizione modernista. L'artista ha trovato un omologo dialettico dello spazio della pittura metafisica nel mondo immaginario delle case per bambole. Invenzione del diciassettesimo secolo, queste ultime nacquero come strumento pedagogico per spiegare alle bambine il loro futuro ruolo di casalinghe, madri e mogli sollecite, e ai bambini l’accettazione di tale filosofia e divisione dei compiti. Minoliti si appropria dell’estetica della casa per bambole e dei suoi oggetti di scena e la accosta a un immaginario modernista che ricorda Kandinskij, Picasso o Matisse, per poi farla a pezzi, distorcerla, modificarla e riconfigurarla del tutto.