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Si è conclusa la Biennale Danza  con un ottimo successo di pubblico (+ 18%)
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Si è conclusa la Biennale Danza con un ottimo successo di pubblico (+ 18%)

Importante presenza della stampa estera: The New Yorker, Le Monde, Le Figaro, El País, Tages Zeitung, Der Tagesspiegel.

Biennale Danza 2019

Si è concluso domenica 30 giugno il 13. Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta. Terza edizione diretta dalla coreografa canadese Marie Chouinard, il Festival, nell’arco di 10 giorni ha presentato 27 spettacoli di 22 coreografi e compagnie da tutto il mondo. 5 le prime assolute, 9 quelle nazionali e 7 gli interventi creati per il palcoscenico all’aperto; numerosi gli incontri con gli artisti; un ciclo di film: tutto negli spazi dell’Arsenale – Teatro alle Tese, Teatro Piccolo Arsenale, Sale d’Armi, Giardino Marceglia – ma anche al Teatro Malibran e in Via Garibaldi.

Afferma il Presidente Paolo Baratta: “Il Festival della Biennale ancora una volta si intreccia con il College e la funzione di diffusione di conoscenza di nuovi artisti, nuove esperienze si accompagna all’impegno pedagogico diretto ai giovani artisti.
Il festival si sviluppa su due fronti: 1- richiamare grandi maestri con le loro nuove ricerche; 2 - dar conto del lavoro di nuovi artisti provenienti da diverse parti del mondo e dei nuovi orizzonti ai quali essi tendono.
La Biennale Danza, che è una delle poche strutture del nostro Paese dedicate in modo specifico all’esplorazione e alla presentazione della danza contemporanea, vuole contribuire a una più vasta ed approfondita conoscenza a vantaggio del pubblico e delle nuove generazioni di artisti”.

 

Il Festival, che ha registrato un incremento del pubblico pari al 18% rispetto all’anno scorso, ha visto sfilare alcune delle figure più importanti e tanti nomi nuovi della scena internazionale. Con i capisaldi William Forsythe e il suo ultimo lavoro A Quite Evening of Dance che sta facendo il giro del mondo, Sasha Waltz con un classico del suo repertorio, Impromptus, Daniel Léveillé con il magistrale Quatuor tristesse. Fra gli artisti delle nuove generazioni erano presenti: Katia-Marie Germain, Bára Sigfúsdóttir, Maria Chiara De Nobili, quest’ultima proveniente dalla scorsa edizione di Biennale College. Fra gli artisti provenienti dalla ricerca più aggiornata: Michelle Moura, Simona Bertozzi, Doris Uhlich, Giuseppe Chico e Barbara Matijević. Infine, inventori di coreografie atipiche come Nicola Gunn, Luke George e Daniel Kok, Nicolás Poggi e Luciano Rosso. E ancora: i premiati di quest’anno - Alessandro Sciarroni (Leone d’Oro alla carriera), Théo Mercier e Steven Michel (Leoni d’Argento). E i giovani danzatori e coreografi di Biennale College.

 

A tutti i principali media italiani e Radio Rai (con collegamenti su Radio Tre Suite) si è aggiunta una consistente presenza della stampa straniera quotidiana e specializzata fra cui: The New Yorker, Fjord Review, Dance Magazine, Dance International (USA); Le Monde, Le Figaro, Les Echos, L’Humanité, Danser, Ballroom, Le quotidien de l’art (Francia); El País (Spagna); Publico (Portogallo); Tages Zeitung, Der Tagesspiegel (Germania); Kleine Zeitung (Austria); De Morgen, Radio Klara (Belgio); Danstidningen (Svezia).

Il Festival continua sul web (www.labiennale.org), dove si possono trovare i momenti salienti: brevi interviste, estratti dagli incontri e trailer di tutti gli spettacoli all’Arsenale e in via Garibaldi.

Hanno scritto:

“La Biennale rimette Venezia in movimento. La Biennale delle “arti visive” prima, come la si chiama qui. E poi quella della danza, diretta da Marie Chouinard, che la prolunga così bene” (Le Figaro).

 

“Attribuendo il suo Leone d’oro ad Alessandro Sciarroni la Biennale Danza 2019, all’ombra della sorella maggiore dedicata all’arte contemporanea, ha fatto la scelta giusta. Tuttavia, questo artista proveniente dal teatro e dalla performance, non crea unanimità. Troppo concettuale agli occhi degli italiani, Sciarroni gira più in Francia e nel resto del mondo che nel suo Paese”. (Les Echos)

 

“La Biennale di Chouinard, con la benedizione del presidente Paolo Baratta, che invita a riconsiderare l’officina veneziana come un ‘luogo di ricerca’, prende atto che la danza contemporanea è un frastagliato universo di forme e linguaggi contrastanti e talvolta enigmatici. Un’intricata topografia di pratiche e di processi nella quale si incrociano e convivono discipline diverse: dalla performance al teatro, dalle arti visive all’happening, dalla cultura fisica alle scienze sociali” (Il Sole 24 Ore).

 

“La Biennale Danza di Venezia, tra anteprime di maestri, capolavori e debutti di nuovi talenti, ha guidato gli spettatori nelle mille sfumature del movimento contemporaneo. Dal Leone d’oro ad Alessandro Sciarroni al maestro William Forsythe che ha traghettato la classica verso le forme dinamiche del XXI secolo, una marcia attraverso la realtà in cui viviamo segnando passi verso tante liberazioni: generi, pregiudizi, etichette” (Il Messaggero).

 

“Ogni anno di più si accendono discussioni intorno alla Biennale Danza diretta da Marie Chouinard, la coreografa canadese che tanti stupendi spettacoli ha realizzato. Temperamento estroso, artista molto ben disposta verso le sperimentazioni radicali (anche per questo scelta dal presidente Paolo Baratta, a sua volta, sensibile a sguardi sul futuro), Chouinard sposta ogni edizione di più (ed è la terza, manca ancora un anno) le sue scelte verso zone meno ortodosse del balletto, territori e artisti dove più che autorialità coreografiche o nuove estetiche, si vede il gusto dell’esplorazione di tutto quello che accade nell’universo del movimento” (Post teatro, repubblica.it).