Lo spazio, il volume, l'acqua
“Il progetto per il Teatro del Mondo – spiegava Aldo Rossi - si caratterizza da tre fatti, l’avere uno spazio usabile preciso anche se non precisato, il collocarsi come volume secondo la forma dei movimenti Veneziani, essere sull’acqua. Appare evidente come essere sull’acqua sia la sua caratteristica principale, una zattera, una barca: il limite o confine della costruzione di Venezia”.
L’allestimento prevedeva materiali e riproduzioni di documenti provenienti dall’ASAC, dalla Fondazione Aldo Rossi, dalla Libreria Marciana, dal Museo Correr e dalle Teche RAI, e in particolare:
- modello del Teatro del Mondo
- sfera metallica originale di coronamento della copertura
- struttura a riproduzione di un antico “mondo novo”, con immagini storiche
- documenti grafici, manifesti, disegni, fotografie e video (estratti RAI)
- corrispondenza dell’epoca e comunicati stampa
- estratti dal documentario Venezia e lo spazio scenico (la Biennale di Venezia)
- documentario Aldo Rossi. Il Teatro del Mondo a cura di Francesco Saverio Fera regia di Dario Zanasi
“Vorrei notare – spiegava Aldo Rossi nel 1981 - che il Teatro del Mondo mi ha colpito nella sua vita; cioè per la sua formazione e per il suo stare nella città e rispetto allo spettacolo. Mentre ascoltavo la sera dell'apertura del Teatro davanti alla Salute alcune musiche di Benedetto Marcello e vedevo la gente fluire sulle scale e assieparsi all'interno sulle balconate, ho colto un effetto che avevo solo genericamente previsto. Stando il Teatro sull'acqua si poteva vedere dalle finestre e fuori il passaggio dei vaporetti e delle navi come se si fosse stati su un'altra nave, e queste altre navi entravano nell'immagine del teatro costituendone la vera scena fissa e mobile.”