Direttore: | Yuval Weinberg |
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Ensemble vocale: | SWR Vokalensemble: Johanna Zimmer soprano solo, Sabine Czinczel contralto solo |
Ensemble strumentale: | PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble: Manuel Zurria flauto, Luca Sanzò viola, Anna Maria Armatys violoncello, Flavio Tanzi percussioni, Giulia Tagliavia celesta, Massimo Ceccarelli contrabbasso, Tonino Battista coordinamento |
In coproduzione con: | Fondazione Musica per Roma |
SWR Vokalensemble / PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble
Francesco Filidei
Fra i compositori più riconosciuti della sua generazione, Francesco Filidei presenta in prima assoluta Tutto in una volta, pezzo per doppio coro costruito sulle architetture linguistiche sperimentali di Nanni Balestrini, commissionato dal SWR Vokalensemble. Tutto in una volta è l’ultima delle poesie della raccolta Ma noi facciamone un’altra, scritta dal poeta della Neoavanguardia fra il 1964 ed il 1968. Il testo di Balestrini è una successione di versi brevissimi fatti di semplici parole di due o tre sillabe che rinviano continuamente un senso compiuto. Le frequenti ricorrenze scardinano la temporalità fra presente, passato e futuro e liberano l’ambiguità dei loro significati a ogni angolo in un percorso che finisce aprendosi su un altro spazio. Nelle parole del compositore toscano, “la musica asseconda la fluidità della poesia concatenando serie di accordi che mutano leggermente il colore a ogni passo in un caleidoscopio di immagini frammentato dalle sezioni del coro.”
Morton Feldman
Rothko Chapel (1971) di Morton Feldman, come molti lavori del compositore statunitense, si ispira alle grandi tele dell’espressionismo astratto americano, in questo caso l’edifico ottagonale della Rothko Chapel, per la quale erano stati commissionati quattordici dipinti a Mark Rothko, morto suicida solo pochi mesi dopo aver portato a compimento il lavoro. È per rendergli tributo che i mecenati della cappella commissionano a Feldman un pezzo dedicato all’ultimo suo grande gesto pittorico. Intonati con la spiritualità che esprimono le tele di Rothko sono anche gli interventi vocali di coro e solisti, privi di parole e ridotti a puro mormorio. Anche la strumentazione è ridotta alla viola, alla quale sono affidati l’assolo iniziale punteggiato dagli interventi dei timpani, e quello finale, una melodia di carattere quasi ebraico alla quale si aggiungono le brevi sottolineature del vibrafono, che conclude il pezzo con una successione di quattro note ripetute, quasi a sottolineare l’eterno scorrere del tempo.
Samir Odeh-Tamimi
Residente a Berlino, l’israelo-palestinese Samir Odeh-Tamimi è nato a Jaljuliya, città araba in Israele nel 1970: interprete della musica tradizionale araba, studia poi musicologia e composizione a Kiel e Brema. A Venezia presenta il brano Timna, che prende ispirazione dalla capitale di un antico regno dell’Arabia Meridionale (nell’attuale Yemen) fondato alla fine del VII secolo avanti Cristo. Ha immaginato i riti praticati nei templi della capitale di quell’antica civiltà pre-islamica per comporre il brano, il compositore, il cui linguaggio musicale è un’originale combinazione fra avanguardie occidentali e tradizioni musicali arabe. Scritto dallo stesso Odeh-Tamimi, il testo si ispira a un arabo arcaico derivato dall’antica lingua dei Sumeri. Composto per coro misto, flauto, viola, violoncello, contrabbasso e percussioni, che includono strumenti etnici come shekere e tamburelli cinesi suonati dai coristi, Timna è stato eseguito in prima assoluta il 9 febbraio 2020 a Stoccarda nell’ambito del Festival ECLAT.