Allege è la prima performance che ho creato. È concepita per un solo interprete ed è andata in scena per la prima volta nel gennaio 2009 a Berlino. È stata poi rappresentata in molti paesi europei e in Nord America, prima solo da me, poi anche dal mio amico Vincent Weber. In questa prima performance, volevo creare un gesto significativo per reagire agli avvenimenti accaduti nell’anno in cui è stata prodotta: le crisi finanziarie e il fallimento della conferenza di Copenhagen sul cambiamento climatico. Cercavo un modo per riaprire un orizzonte di speranza. Dopo anni di lavoro avevo sviluppato una tecnica per tenere in equilibrio gli oggetti, e la performance ha assunto la forma di una sfida, un’attività multi-tasking in cui dovevo costruire un rapporto tra oggetti tenendo in equilibrio sulla testa un bicchiere d’acqua. È anche un sistema di segni, poiché nella pièce gli oggetti hanno un significato concettuale e vengono spostati qua e là e organizzati in base a tale significato, che viene spiegato solo in seguito. Il testo presente nella seconda parte della performance rende un’idea di ciò che accade nella prima, ma il gioco metaforico in cui le cose sono diventate concetto viene anche spostato su un altro livello e diventa esso stesso, a sua volta, segno.