Spettri?
Ho cercato di rispondermi banalmente che era il mio testo preferito, ma questo non mi bastava, e probabilmente non era nemmeno troppo vero. Allora perché Spettri?
Perché è un punto di partenza, inutile fingere scaramanticamente che non sia così, e perché tocca dei temi per me interessanti come la famiglia, l’assenza del protagonista e l’assenza come protagonista. Perché mi dà la possibilità di far battagliare in scena passato e presente con un occhio rivolto all’incertezza del domani. Perché mi diverte. Mi diverte leggerlo e rido nel vedermi divertito nel leggerlo. Perché ho quattro attori e una squadra di collaboratori invidiabili che mi consentono l’azzardo. Perché mi sono illuso che, in questo testo, Ibsen sia sincero nel ridicolizzarsi sfacciatamente, con violenza. Perché era un problema rappresentarlo e forse, noi, ce ne siamo un po’ dimenticati. Perché volevo confrontarmi con un “classico” senza preoccupazioni. Perché sono troppo pesante per poter entrare in punta di piedi.
Quindi ho spaccato il castello del Lego e l’ho ricomposto a mio piacimento. Non ho dimenticato neanche un pezzo ma alcuni li ho dovuti incastrare con la forza e adesso sono storti. Vediamo se regge.