“Tutto può succedere, e di solito succede di tutto. Ogni spettacolo è assolutamente un unicum. Ballati, suonati, cantati, i loro lavori, da cui si esce così come dopo i postumi di una sbornia, sono un’occasione irripetibile per condividere passioni e desideri”, affermano i direttori Stefano Ricci e Gianni Forte a proposito degli spettacoli di quei “guerrieri della performance” (Arts Journal) che sono i Gob Squad, un collettivo artistico nato a Nottingham nel 1994 e incoronato a documenta X di Kassel solo tre anni dopo.
Alla Biennale il collettivo inaugura il 52. Festival il 15 giugno al Teatro Piccolo Arsenale con Creation (Pictures of Dorian), dichiaratamente ispirato al romanzo di Oscar Wilde: una originale riflessione sulla gioventù e lo scorrere del tempo, tra l’arte, la vita e il culto della bellezza.
Una delle loro più intriganti video installazioni, emblematica del lavoro con le immagini di Gob Squad, Elephants in Rooms, ovvero 14 finestre sul mondo, è esposta lungo tutto l’arco del Festival al Padiglione 30 di Forte Marghera.