Si chiude qui il laboratorio di critica teatrale. È un fatto rilevante che un'istituzione come La Biennale continui a impegnarsi per la formazione di nuovi sguardi critici.
Con Roberta Ferraresi, docente di storia del teatro, con cui abbiamo condiviso la responsabilità pedagogica, abbiamo cercato di accompagnare un gruppo di studiosi e studiose nella pratica dell’osservazione, dell’ascolto, della scrittura. Per loro è stata una opportunità fantastica avere la possibilità di confrontarsi con i protagonisti della scena. Vedere gli spettacoli – tanto più dopo il lungo lockdown – ed entrare nei laboratori, cimentarsi con i lavori site-specific, seguire tavole rotonde e incontri, sono occasioni di crescita infinite. Poi, ovviamente, c’è Venezia, spazio sospeso ideale per la discussione, per l’incontro e il confronto. Ecco, la Biennale Teatro, dal punto di vista del nostro workshop, è stata tutto ciò: un mirabile, unico, prezioso momento per mettere alla prova il senso del teatro e della critica, per trovare spazi di verbalizzazione, di scrittura e di analisi, pensando sempre agli artisti, agli spettatori, a lettori e lettrici, al teatro e al mondo in cui vive e opera.
Il nostro “spettacolo”, frutto del workshop, è nello scrivere. Così, ogni giorno, sul sito della Biennale sono apparsi tre articoli originali, per un totale di una trentina di pezzi. Qualcuno diventerà la nuova “firma” del futuro? Chissà, staremo a vedere. Le premesse ci sono.