“Den Muso è il primo lungometraggio di un grande cineasta. L’eterna storia della giovane violentata, messa incinta e abbandonata è d’una tristezza straziante, e il film svela meccanismi sociali – e religiosi – così inestricabili che il peggio è sempre assicurato. Su questa dichiarata trama da melodramma classico Cissé mostra con precisione documentaria un Mali che si sta urbanizzando a tutta velocità e il crescente divario tra la grande borghesia delle ville, la gioventù delle strade di Bamako e le viuzze terrose del paese di un tempo. La sordomuta immolata da un cretino ambizioso rappresenta ovviamente il silenzio imposto alle donne e il peso schiacciante del patriarcato. Il potere dell’epoca non ci casca: Cissé verrà spedito in carcere e il film sarà totalmente vietato per tre anni. (…) Den Muso segna anche il primo affiorare di una scrittura cinematografica assolutamente singolare, che all’asciuttezza della constatazione sociale unisce l’ode all’infinita bellezza del mondo”. (Frédéric Bonnaud )