“Penultimo film di Jean-Pierre Melville è apparentemente un noir avvincente sulla meticolosa preparazione e attuazione di una rapina notturna in una grande gioielleria di Place Vendôme. Ma, come sempre accade nel cinema del grande autore francese, i cliché di una caper story sono calati in una malinconica contemplazione dell’aleatorietà, dell’inutilità e della solitudine che caratterizzano la condizione umana. Le Cercle rouge può sembrare realistico, per la precisione dei dettagli e l’adesione alla continuità reale delle azioni (come la rapina, che dura venticinque minuti) ma in effetti Melville dissemina e moltiplica una serie di sottili, deliberate e stranianti inverosimiglianze che conferiscono al film un’atmosfera quasi trasognata, anche grazie alla magnifica fotografia di Henri Decaë e ai suoi cromatismi blu metallici” (Roberto Chiesi)