Nuovo ruolo dei Padiglioni dei Paesi partecipanti
Con Rem Koolhaas abbiamo dato vita a una grande Biennale di ricerca sull’Architettura. Molte sono le novità, anche perché Rem ha pensato a un progetto che coinvolge tutta la Biennale.
Incominciamo questa volta con la parte della Mostra rappresentata dai Padiglioni gestiti autonomamente dai Paesi partecipanti – la cui presenza è una prerogativa unica della Biennale di Venezia. Questa volta i vari commissari e curatori non sono stati semplicemente informati del tema adottato dal curatore della Biennale per la “sua” Mostra. Il curatore, invece, ha riservato un argomento specifico per il contributo di tutti i padiglioni (Absorbing Modernity 1914-2014); il suggerimento è stato generalmente accolto e, quindi, anche i padiglioni nazionali concorrono e sono impegnati in una parte consistente della ricerca complessiva, il cui titolo è Fundamentals. Con questa iniziativa si dà anche un nuovo slancio al rapporto tra Padiglioni e Mostra principale. La presenza dei padiglioni nazionali nella nostra Mostra ha dato origine nel tempo, alternativamente, ad aspirazioni a rappresentare lo specifico dell’identità nazionale, o, al contrario, la capacità del paese di stare come protagonista nel mondo cosmopolita dell’arte e dell’architettura. Con la formula adottata quest’anno, le due possibili aspirazioni – la propria storia e la partecipazione al moderno – si saldano, dando nuova energia al pluralismo proprio della Biennale. Forse anche per questo il numero di paesi partecipanti è salito da 55 a 65.