Ispirato al romanzo The Woman Who Had Two Navels (La donna che aveva due ombelichi), pubblicato nel 1961 da Nick Joaquin, scrittore insignito del titolo di Artista Nazionale per la Letteratura, il padiglione filippino affronta la tensione tra le vicissitudini del passato e le sfide poste dalla soggettività contemporanea. Mette in rilievo due “ombelichi” in costante dialogo: le forze del colonialismo e il neoliberismo. La congiunzione tra i due “ombelichi” è il simbolo di un’emergente ondata di ansie prodotta dall’uscita del paese dalla propria condizione coloniale. Per rispondere all’ansia crescente, il padiglione ha creato un gruppo di ricerca formato da futuri architetti, pianificatori e progettisti da alcune scuole e organizzazioni del paese, invitandoli a reagire ai due “ombelichi” della mostra attraverso la lente di tre città metropolitane filippine. Partendo dalle considerazioni sull’intreccio di forze e sulle concomitanti questioni di natura architettonica e urbanistica, il freespace filippino preannuncia le possibilità di rinnovo della vita e della speranza.