Libano

Il progetto esamina le precondizioni dell’architettura valutandone le caratteristiche di fondo: fragilità, scarsità di risorse e mercificazione. A un secolo di distanza dalla grande carestia che spopolò il Monte Libano, tutto il Paese sembra essere in vendita, progressivamente avvolto dalla fitta trama dell’economia immobiliare che lo livella e lo assimila. Il territorio propriamente detto è diventato uno spazio “non costruito” astratto, un continuum da edificare. Restituire alla terra il suo significato sembra essere il prerequisito per edificarla. Di conseguenza il territorio deve essere reso visibile e la realtà tangibile/ sensibile deve essere riportata al centro; è allora possibile identificare, inventariare, elencare e fare luce sui luoghi residuali, The Place That Remains, e sulle condizioni necessarie alla loro conservazione. La mostra fa ricorso a carte in rilievo, fotografie paesaggistiche e a filmati di telecamere di videosorveglianza. L'allestimento segna un punto di svolta che riporta le risorse al centro dell’attenzione.