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La Biennale di Venezia

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Biennale Arte 2015

EVENTI COLLATERALI

56. ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D'ARTE

 

001 Inverso Mundus. AES+F

L’incisione medievale Inverso Mundus rappresenta un maiale che sviscera il suo macellaio, un bambino che punisce il suo maestro, un uomo che porta un asino in groppa, uomini e donne che si scambiano le rispettive parti e i rispettivi vestiti, e un mendicante straccione che dà magnanimamente l’elemosina a un ricco. Nella nostra interpretazione del “Mondo alla rovescia”, le assurde scene del carnevale medievale ricompaiono in episodi di vita contemporanea.

I personaggi recitano scene di utopie sociali demenziali, cambiando le proprie maschere. Inservienti metrosessuali inondano la città di rottami. Inquisitori donne torturano uomini con strumenti che ricordano gli oggetti IKEA. Bambini e vecchi sono imprigionati in un incontro di kickboxing. Il “Mondo alla rovescia” è un mondo dove le mostruose chimere sono cuccioli e dove l’Apocalisse è intrattenimento.

Magazzino del Sale n. 5, Dorsoduro, 262 - Fondamenta delle Zattere ai Saloni; 
Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro, 960 (Evento chiuso)

7 maggio – 22 novembre

Organizzazione: VITRARIA Glass + A Museum

www.vitraria.com

www.inversomundus.com

 

Catalonia in Venice: Singularity

Se oggi Raymond Williams dovesse scegliere altre voci per il suo famoso testo, Keywords, sicuramente includerebbe la parola “singolarità”. Il termine si riferisce al momento in cui le intelligenze artificiali superano le capacita e il controllo umani. In matematica la singolarità descrive il punto in cui un certo oggetto matematico non e definito o “regolare”: per esempio, infinito o non differenziabile. Il regista Albert Serra Juanola parte da questa nozione nel suo nuovo film. Il cinema di Serra afferma che essere consapevoli del mondo non e semplicemente il risultato

dell’esistenza della mente, ma piuttosto coincide con la mente in azione. Legare il cinema alla condizione della singolarità significa alimentare la convinzione che il pensiero, la volontà e l’immaginazione non siano fatte della stessa sostanza del mondo, degli oggetti e delle cose, ma di immagini, sentimenti e idee.
Cantieri Navali, Castello, 40 (Calle Quintavalle)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Institut Ramon Llull

www.llull.cat

 

Conversion. Recycle Group

Questa installazione site-specific suggerisce l’idea che la globalizzazione delle reti dell’informazione e il culto delle nuove tecnologie siano in qualche modo paragonabili all’evento storico della conversione al cristianesimo. Il Recycle Group ricorre spesso alla storia per illustrare temi di attualità e aspetti scioccanti della vita contemporanea. Le sue sculture realizzate con materiali moderni assumono l’aspetto di monumenti antichi che mostrano i danni del tempo, come artefatti provenienti da civiltà scomparse. Sebbene le forme e le composizioni siano influenzate dalla tradizionale iconografia cristiana, esse introducono motivi contemporanei. Conversion propone un parallelo tra l’illuminismo cristiano e la rivoluzione tecnologica digitale in cui il sapere sacro, che un tempo risiedeva nei cieli, si trova ora nello spazio virtuale del “Cloud”.
Chiesa di Sant’Antonin, Castello (Campo Sant’Antonin)

6 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Moscow Museum of Modern Art

www.mmoma.ru 

 

Country
L’esposizione è il risultato del lavoro di un anno e mezzo effettuato sul territorio australiano dall’artista Giorgia Severi, in cooperazione con le comunità di artisti aborigeni. Un viaggio che ha coperto diverse tappe, attraverso spazi d’arte dislocati per tutto il continente. Country è terreno di incontro fra culture. Le opere in mostra sono frutto di un’indagine sulla memoria e sulla tradizione che utilizza diversi media, dal manufatto alla sound art, capaci di porre l’attenzione sul delicato equilibrio fra uomo e natura.
Gervasuti Foundation Foundamentalis, Cannaregio, 4998 (Calle Lunga Santa Caterina)
9 maggio - 22 novembre

Organizzazione: Gervasuti Foundation
www.gervasutifoundation.com
www.project-australia.blogspot.com

 

Dansaekhwa 

Dansaekhwa descrive una forma d’arte e un movimento coreani sorti all’inizio degli anni settanta e proseguiti per tutto il decennio successivo. Anche se Dansaekhwa potrebbe essere inteso come qualcosa di simile alla monocromia e al minimalismo occidentale, se ne differenzia per il retroterra storico, la pratica estetica e l’implicita critica sociale. Dansaekhwa conserva una flessibilità e un’affinità pittorica, rimuovendo l’eccesso di colore. Applicare la pittura, toglierla, sfregare e spingere la vernice dal retro della tela è un atto fisico, un atto importante e fondamentale del processo, che rende la pittura imprevedibile. Alle spalle di Dansaekhwa ci sono elementi determinanti che prendono in considerazione i suoi valori estetici in constante mutazione e l’attuale storia dell’attivismo sociale e della critica politica, con una riflessione sui fenomeni sociali.

Palazzo Contarini-Polignac, Dorsoduro, 874 (Accademia)

8 maggio – 15 agosto

Organizzazione: The Boghossian Foundation

www.venice-dansaekhwa.com

 

Dispossession

Organizzata da Wroclaw (Breslavia), Capitale Europea della Cultura 2016, la mostra ha come punto di partenza la storia delle migrazioni subite dalla città nel dopoguerra. Figlia di tale contesto storico, essa indaga una dimensione contemporanea dell’espropriazione, della perdita della propria casa e della ricerca di rifugio in un ambiente nuovo, estraneo e spesso ostile. Artisti polacchi, ucraini e tedeschi sono mossi dal riconoscimento di una dimensione universale e atemporale dell’espropriazione, e dalla sua manifestazione psicologica e materiale. Dispossession, che riguarda sia il tema della privazione sia quello dell’esorcismo, allude a una distinzione tra il “nostro” e il rifiutato “altro”. È con questo senso, perduto e perseguito, dell’appartenenza che analizziamo un complesso rapporto tra spazio e identità.

Palazzo Donà Brusa, Campo San Polo, 2177
7 maggio – 22 novembre

Organizzazione: European Capital of Culture Wroclaw 2016

http://wroclaw2016.pl/biennale/

 

EM15 presents Doug Fishbone’s Leisure Land Golf

Il Principio del Piacere è il tema curatoriale della prima presentazione di EM15 alla Biennale di Venezia e si manifesta in due progetti artistici: Doug Fishbone’s Leisure Land Golf, un campo di minigolf totalmente fruibile e progettato da artisti e in cui i visitatori sono invitati a giocare, e Sunscreen (www.sun-screen. uk), un progetto online che esplora il confine incerto fra lavoro e piacere. Il Principio del Piacere considera il concetto di turismo e di commercio come una metafora per esplorare le attuali complessità economiche globali, attraverso uno dei principi caratteristici del piacere: il consumo e il modo in cui il consumo plasma la nostra identità. EM15 è un collettivo della regione delle East Midlands che comprende Beacon Art Project, One Thoresby Street, QUAD e New Art Exchange, in Associazione con la Nottingham Trent University. 
Arsenale Docks, Castello, 40A, 40B, 41C

6 maggio – 26 luglio

Organizzazione: EM15

www.em15venice.co.uk

 

Eredità e Sperimentazione

Questo evento si sviluppa attraverso la rappresentazione di un processo decorativo realizzato dall’artista inglese Joe Tilson che coinvolge una facciata dell’edificio Liberty del Grande Albergo Ausonia & Hungaria al Lido di Venezia. Viene proposta una visione diurna, con strumenti materici e tridimensionali, e una visione notturna, con strumenti attuativi video-mediatici. Visione notturna: una rappresentazione multimediale con videoproiezione del progetto decorativo della facciata dell’albergo. Visione diurna: sono previsti due momenti espositivi didascalici con frammenti a scala reale. All’esterno, nel giardino prospiciente il Gran Viale, viene posizionato un frammento di 12 mq. in formelle di vetro di Murano. Accanto alla hall dell’albergo, nello storico Salone degli Incontri, è allestita un’esposizione di documenti storici, schizzi, opere dell’autore e tavole di progetto.

Grand Hotel Hungaria & Ausonia, Viale Santa Maria Elisabetta, 28, Lido di Venezia

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Istituto Nazionale di BioArchitettura - Sezione di Padova

www.bioarchitettura.it 
www.ereditaesperimentazione.org

 

Frontiers Reimagined

Il fenomeno della globalizzazione, in cui le culture si scontrano e si mescolano come mai in precedenza, offre agli artisti fonti di ispirazione di straordinaria ricchezza e complessità. Frontiers Reimagined esamina i risultati di questi grovigli culturali attraverso il lavoro di quarantaquattro pittori, scultori, fotografi e artisti di installazioni che esplorano la nozione di confine culturale. Questi artisti, alcuni emergenti e altri già affermati, che provengono da una vasta area geografica che va dall’Occidente, all’Asia, all’Africa, condividono una prospettiva realmente globale, sia perché fisicamente vivono e lavorano in mondi culturali diversi, sia per i loro risultati artistici. Tutti mostrano quella ricchezza intellettuale ed estetica che emerge quando gli artisti si impegnano nel dialogo interculturale. 
Museo di Palazzo Grimani, Castello, 4858 (Ramo Grimani)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Tagore Foundation International; Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare

www.frontiersreimagined.org

 

Glasstress Gotika

La mostra presenta opere d’arte contemporanea in vetro, tutte incentrate sul tema del “gotico” e realizzate da più di cinquanta artisti provenienti da oltre venti Paesi, insieme ai maestri vetrai di Murano. Queste opere sono poste accanto a oggetti medievali in vetro, provenienti dalle collezioni storiche dell’Ermitage di San Pietroburgo, uno dei più antichi e famosi musei del mondo. Glasstress Gotika mostra quanto l’arte contemporanea sia permeata dal concetto di “gotico” e come la coscienza moderna, nonostante tutti i passi avanti fatti dalla società contemporanea in campo tecnologico, sia pervasa da concetti correlati al Medioevo.

Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, San Marco, 2847 (Campo Santo Stefano)
9 maggio – 22 novembre
orario 10 – 18 aperto tutti i giorni, sabato apertura eccezionale fino alle ore 20.00. Ingresso a pagamento

Fondazione Berengo, Campiello della Pescheria, 15, Murano

9 maggio – 22 novembre
Organizzazione: The State Hermitage Museum

www.hermitagemuseum.org
www.glasstress.org

 

Graham Fagen: Scotland + Venice 2015

L’ambizione dell’opera di Fagen e la complessità del suo vocabolario fanno di lui uno degli artisti più autorevoli oggi operanti in Scozia. Egli ricorre a una fascinazione per la poesia, per specifiche forme musicali e per l’artificio teatrale, per mettere a fuoco i concetti di “nazionale”, “sociale” e “politico”. Lavorare con scrittori, registi teatrali, musicisti e compositori gli permette di attingere a competenze, conoscenze e specializzazioni al di fuori delle proprie. In questa nuova opera, i contributi del compositore di musica classica Sally Beamish, del cantante e musicista reggae Ghetto Priest e del produttore musicale Adrian Sherwood vengono chiaramente integrati, ma la responsabilità autoriale di Fagen non viene mai meno, nè risulta scalfita. L’installazione attira lo spettatore in un viaggio, in un percorso coreografato.

Palazzo Fontana, Cannaregio, 3829 (Strada Nova)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Scotland + Venice

www.scotlandandvenice.com

 

Grisha Bruskin. An Archaeologist’s Collection

Un viaggio nel futuro, tra le rovine dell’Impero sovietico. Una grande installazione, trentatré sculture che emergono da scavi archeologici all’interno di un’antica chiesa: sono gli pseudo- artefatti di una civiltà recente e scomparsa. Per il progetto Bruskin ha utilizzato i personaggi del suo dipinto Fundamental’nyi leksikon (1985-1986), una raccolta di archetipi dell’URSS. Ha ricreato i soggetti a dimensioni reali, ha distrutto le sculture e raccolto i frammenti che ha poi rimodellato in bronzo. Li ha sepolti per tre anni in Toscana, accanto alle rovine della Roma imperiale e poi li ha estratti dal terreno. Ora le statue affiorano dall’acqua torbida su cui giace Venezia. Diversi imperi scomparsi si danno appuntamento nel presente.

Ex Chiesa di Santa Caterina, Cannaregio, 4941-4942

7 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR), Università Ca’ Foscari Venezia

www.unive.it/csar

 

Helen Sear, ... The rest is smoke

Il titolo della mostra di Helen Sear è ripreso dall’iscrizione che compare nell’ultimo dipinto di Mantegna, il San Sebastiano, ora collocato alla Ca’ d’Oro di Venezia: “Nihil nisi divinum stabile est. Caetera fumus”. Idee di mortalità e di temporalità vengono esplorate attraverso una serie di nuove opere, in cui paesaggi agricoli destinati alla produzione e al consumo diventano simultaneamente spazi magici, imprimendosi sul corpo e nella mente dell’osservatore. Le opere fotografiche e video di Helen Sear esplorano l’immagine come forma scultorea, e attraverso di esse l’artista integra diverse velocità di sguardi, contrapponendo scala fisica, colore e vivida presenza materiale. Le opere risuonano fortemente l’una nell’altra, collegandosi al luogo architettonico espositivo e alla città di Venezia.

Santa Maria Ausiliatrice, Castello, 450 (Fondamenta San Gioacchin)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Cymru yn Fenis/Wales in Venice

www.walesinvenice.org.uk

 

Highway to Hell

Questa mostra è un viaggio metaforico nella vita, nella morte e nella bellezza. Installazioni tecnologiche e spettacolari emergono da un’indistinta società cinese futurista e coesistono con l’architettura tradizionale di Palazzo Michiel, in un gioco surreale di luci e ombre, di sorprese scultoree e dichiarazioni pittoriche. La mostra si sviluppa in una coinvolgente esperienza spaziale che spinge lo spettatore attraverso una serie di sei diversi spazi surreali, che sono allo stesso tempo fisici e metafisici. Nelle installazioni niente esiste solo per l’arte fine a se stessa: farfalle diventano manifestazioni delle forze della natura; crani e scheletri ci ricordano la fragilità e l’insignificanza della vita.

Palazzo Michiel, Cannaregio, 4391/A (Strada Nova)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Hubei Museum of Art

www.hbmoa.com

 

Humanistic Nature and Society (Shan-Shui) – An Insight into the Future

Lo spirito dello shan shui (montagna e acqua) rispecchia la massima armonia tra uomo e natura che stiamo cercando di raggiungere da migliaia di anni. È il simbolo di quella dimora spirituale che rappresenta una caratteristica unica dei Paesi orientali e che è colma di visioni poetiche e di ideali. In Cina l’eccessivo sviluppo della globalizzazione e il drastico aumento delle aspettative hanno provocato numerosi nuovi dilemmi mai sperimentati prima. Questi dilemmi ci spingono a tornare alle origini, nella speranza di risolvere i vari problemi che ci troviamo oggi ad affrontare, e a immaginare una società shan shui, che potrebbe essere definita come modello ideale per il futuro.

Palazzo Ca’ Faccanon, San Marco, 5016 (Mercerie)

7 maggio – 4 agosto

Organizzazione: Shanghai Himalayas Museum

www.himalayasmuseum.org

 

In the Eye of the Thunderstorm: Effervescent Practices from the Arab World & South Asia

In molti Paesi arabi la pratica artistica deve essere considerata una forma di coscienza. Gli artisti selezionati per questa mostra (Rashid Al Khalifa, che appartiene alla generazione dei maestri, e i più giovani Obaidi, Alia Al Farsi, Sadik Alfraji, Shurook Amin, Simeen Farhat, Khaled Hafez, Haytham Nawar, Ahmed El Shaer e Khaled Ramadan) riflettono la varietà delle ricerche che hanno luogo oggi in Bahrein, Egitto, Kuwait e Iraq. Privilegiano un immaginario pop e affrontano temi scottanti come la guerra, i poteri mondiali, la questione della donna. Sono testimoni di una situazione spazio-temporale dove i cambiamenti sono così veloci da rischiare di radere letteralmente al suolo memoria ed eredità culturale. Essi abitano l’“occhio” del ciclone, quella zona di calma straordinaria, indenne dal movimento vorticoso e violento dell’aria circostante.

Dorsoduro, 417 (Zattere)

6 maggio – 15 novembre

Organizzazione: ArsCulture

www.arsculture.org

www.eyethunderstorm.com

 

Italia Docet | Laboratorium- Artists, Participants, Testimonials and Activated Spectators

La i-AM Foundation si propone di stimolare la visione dell’opera rinascimentale e di ricercare metodi capaci di nuove letture, attraverso l’esperienza diretta di artisti di differenti culture. Il programma Italia Docet | Laboratorium ha come elemento centrale la libera circolazione delle idee dei participants in relazione a una base comune, capace di rendere osmotiche le posizioni soggettive. Il supporto è identificato nel cartone della Scuola di Atene di Raffaello Sanzio – motherboard – per molteplici nuove narrazioni. Le fonti sono organizzate e accolte dall’artista Federico Guida, nel rispetto dei canoni di generosità ed ecumenismo. Attraverso “e-Laboratorium”, artisti provenienti da sessanta Paesi mostrano i propri progetti attraverso il web e nelle aree dedicate del corpus opera.

Palazzo Barbarigo Minotto, San Marco, 2504 (Fondamenta Duodo o Barbarigo)

7 maggio – 2 agosto; 11 settembre – 11 ottobre

Organizzazione: Italian Art Motherboard Foundation (i-AM Foundation)

www.i-amfoundation.org

www.laboratorium-venice2015.org

 

Jaume Plensa: Together

L’arte di Jaume Plensa enfatizza il potenziale della comunicazione. L’opera che ha realizzato nella Basilica palladiana è una conversazione fra la mano, sotto la cupola, e la testa, nella navata. Le due opere instaurano un discorso spirituale e intellettuale che si estende ulteriormente con il Codice Miniato, il manoscritto posto dietro l’altare. Questo contributo della Comunità Benedettina rafforza il senso di unione ed estende la comunicazione. La fusione delle differenze è un aspetto fondamentale del lavoro di Plensa, e qui è ulteriormente accentuato dai disegni e dai ritratti in alabastro esposti nella Manica Lunga, a trecento metri dall’ingresso della Basilica. In entrambi gli spazi, le forme di Plensa collegano fra loro persone di altre fedi o prive di fede.

Basilica di San Giorgio Maggiore e Officina dell’Arte Spirituale, Isola di San Giorgio Maggiore

6 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Abbazia di San Giorgio Maggiore Benedicti Claustra Onlus

www.abbaziasangiorgio.it

 

Jenny Holzer. War Paintings

Una selezione delle opere di Jenny Holzer, che nel corso di un decennio hanno affrontato le operazioni militari degli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq, e la prigione militare di Guantanamo Bay, dà vita alla mostra War Paintings, che prende spunto da documenti pesantemente censurati, declassificati e da altri documenti sensibili del governo degli Stati Uniti. Le opere indagano la natura del conflitto internazionale contemporaneo attraverso l’esperienza degli individui, sfidando silenziosamente gli abituali concetti di vittoria o sconfitta. La trasformazione dei documenti in dipinti a olio su lino invita il visitatore a leggere e a guardare. Come Holzer ha spiegato a Stuart Jeffries in un’intervista sul “Guardian”: “Volevo mostrare il tempo e la cura impiegati. Volevo che il lavoro fosse un segno di sincerità e di attenzione. Volevo che fosse umano”.

Museo Correr, San Marco, 52 (Piazza San Marco)

7 maggio – 22 novembre

Organizzazione: The Written Art Foundation; Museo Correr, Fondazione Musei Civici di Venezia

www.writtenartfoundation.com

correr.visitmuve.it

 

Jump into the Unknown

La mostra nasce nell’ambito dell’International Interdisciplinary Environmental Art Symposium Nine Dragon Heads, un progetto che opera sulla base di una specifica relazione con il sito e il contesto. Jump into the Unknown, un’iniziativa artistica fondata sulla ricerca, non persegue la creazione di un effetto visivo immediato. Il progetto sintetizza e agevola opere, sia singole sia collettive, e fili sovrapposti di un’indagine artistica prodotta con un lungo processo di associazione collaborativa in continua evoluzione. La forza di Jump into the Unknown non sta nella produzione di un’opera finale bensì nella provvisoria, incompleta, incompiuta e costante ricerca di significato, simile in ciò a ogni tentativo filosofico che miri a trovare coerenza in una situazione complessa.

Palazzo Loredan dell’Ambasciatore, Dorsoduro, 1261-1262

9 maggio – 18 giugno

Organizzazione: Nine Dragon Heads

http://9dh-venice.com

 

Learn From Masters

La pittura, in Cina e in Occidente, ha creato due storie eccezionali, benché indipendenti l’una dall’altra, e ha portato a due grandi ma diversissime epopee dell’arte. Tuttavia, la globalizzazione accelera il proprio corso e rende la comunicazione e lo sviluppo congiunto molto più facili di quanto siano mai stati. Il filosofo Francois Jullien suggerisce che l’écart (il divario) – la diversità tra culture diverse – richiede una capacita di confronto indipendente, in modo da mantenere la propria unicità come potenziale risorsa per il mondo futuro. L’esposizione mette a confronto valori e canoni differenti nell’arte cinese e in quella occidentale, così da esaminare, da un punto di vista culturale e storico, la pittura cinese e il suo potenziale valore per i popoli del futuro. 
Palazzo Bembo, San Marco, 4793 (Riva del Carbon)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Pan Tianshou Foundation

pantianshou.caa.edu.cn

 

My East is Your West

Tratto dal titolo di un’opera di Shilpa Gupta tuttora in fase di realizzazione, My East is your West nasce dal desiderio di dare una nuova collocazione alla complessa situazione nelle relazioni storiche tra India e Pakistan, proponendo una cartografia culturale in cui ci si incontra al di là dei limiti prestabiliti. Attraverso una nuova serie di installazioni site-specific, video, performance e opere a stampa, Gupta e Rashid Rana indagano i concetti di posizione e dislocazione, divisione territoriale e pulsione personale della percezione. Questa mostra costituisce un’occasione eccezionale per gli artisti dell’Asia meridionale di dialogare attraverso l’arte, ed è la prima volta nella storia della Biennale che l’India e il Pakistan vengono presentati insieme in un unico spazio espositivo.

Palazzo Benzon, San Marco, 3927

5 maggio – 1 ottobre

Organizzazione: The Gujral Foundation

www.gujralfoundation.org

 

Ornamentalism. The Purvitis Prize. The Latvian Contemporary Art

L’ornamento è un sistema visuale basato sulla ripetizione ritmica di elementi stilizzati. Tuttavia, non lo si può ridurre alla pura funzione decorativa: fin dai tempi preistorici, infatti, il ruolo dell’ornamento non è stato soltanto quello di decorare ma anche di dare forma. È dunque appropriato usare la metafora dell’ornamento proprio in un momento in cui l’arte – non rinunciando alla sua missione di esplorare il mondo – sente con una particolare acutezza la propria natura artificiale. Proprio in questa fase si trova oggi l’arte lettone. Gli otto artisti rappresentati in mostra, pur da posizioni per molti aspetti contrastanti, concordano unanimemente su un punto di partenza: più l’arte è consapevole della sua natura illusoria, più trascende la realtà empirica e scopre la realtà dell’essenza. L’ornamento è volontà di forma attraverso cui splende l’anima della vita.

Arsenale Nord, Tesa 99

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: The Secretariat of the Latvian Presidency of the Council of the European Union in 2015

www.purvisabalva.lv/en/ornamentalism

 

Path and Adventure

Questa è la storia di un pittore nato a Shanghai negli anni trenta del Novecento: Mio Pang Fei. Mio può essere considerato una di quelle rare personalità, pronte a sollevare dubbi e poi per sempre tormentate, fisicamente e mentalmente, che devono affrontare un’infinità di rischi. In quei tempi molto difficili, dominati dall’ideologia maoista, una distrazione nella propria creazione artistica poteva portare in fretta alla rovina. La creatività di Mio fiorì dopo l’arrivo a Macao nel 1982, al culmine della Rivoluzione culturale, quando ogni creazione artistica era vietata. L’artista si mise a riflettere sul futuro della pittura orientale e sulla sua vita artistica, e a poco a poco trasformò queste riflessioni in Neo-Orientalismo, che divenne la direzione della sua pratica artistica.

Arsenale, Castello, 2126/A (Campo della Tana)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: The Civic and Municipal Affairs Bureau; The Macao Museum of Art; The Cultural Affairs Bureau

www.iacm.gov.mo

www.mam.gov.mo

www.icm.gov.mo

 

Patricia Cronin: Shrine for Girls, Venice

Il santuario è uno spazio destinato alla contemplazione, alla supplica e ai riti del ricordo. Per la sua installazione Patricia Cronin ha raccolto in varie parti del mondo centinaia di umili abiti di giovani donne, con riferimento a specifici eventi tragici verificatisi in India, in Nigeria, in Europa e negli Stati Uniti. Ha poi esposto questi indumenti sui tre altari di pietra della chiesa, come fossero reliquie delle giovani martiri. I sari vivacemente colorati simili agli indumenti delle bambine recentemente vittime di uno stupro di gruppo e poi uccise in India, gli hijab dalle tinte smorzate come quelli indossati dalle liceali rapite in Nigeria da Boko Haram e i grembiuli dalle tonalità spettrali usati nelle Case Magdalene in Europa e negli Stati Uniti creano, accostati all’opulenza all’interno della chiesa, uno spazio in cui rifugiarsi e riflettere sulla tragedia umana. Shrine for Girls, Venice propone un nuovo dialogo tra il genere, il ricordo e la giustizia.

Chiesa di San Gallo, San Marco, 1103 (Campo San Gallo)

6 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Brooklyn Rail Curatorial Projects

curatorialprojects.brooklynrail.org
www.shrineforgirls.org

 

Roberto Sebastian Matta. Sculture

La mostra concentra la sua attenzione sulla ricerca scultorea di Roberto Sebastian Matta (1911-2002), uno dei massimi interpreti del surrealismo internazionale. Le trentasei opere esposte documentano la varietà e la complessità della sua ispirazione negli anni della piena maturità, in cui trascorre lunghi periodi di vita e di lavoro in Italia. L’idea cruciale di Matta è di reinventare e far rivivere in chiave moderna l’idea di totem, ossia di un’immagine a forte contenuto simbolico, dotata di una sua specifica ieraticità. In questa pratica Matta riprende suggestioni che vanno dalle culture andine delle sue origini all’Oriente, dal mondo etrusco a quello latamente mediterraneo.

Giardino di Palazzo Soranzo Cappello, Soprintendenza BAP per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, Santa Croce, 770 (Fondamenta Rio Marin)

9 maggio – 15 ottobre

Organizzazione: Fondazione Echaurren Salaris

www.fondazioneechaurrensalaris.it

 

Salon Suisse: S.O.S. Dada - The World Is A Mess

A Zurigo, nel 1916, con il Cabaret Voltaire i dadaisti levarono la loro voce contro la prima guerra mondiale e sperimentarono una distruzione creativa del significato. Il loro “sì” all’Illuminismo assunse le vesti di un “no” alla guerra, culminando in un “no” alla civiltà occidentale. Frantumarono la lingua in poesie di pure schegge sonore e l’orinatoio di Marcel Duchamp a New York venne dichiarato opera d’arte. Da quasi un secolo nuove generazioni neo e post-dadaiste lanciano al mondo il loro S.O.S. Dada, ma lo spazio dell’arte liberato fra tabù e terrore com’è cambiato? Il Salon Suisse oggi lancia il suo S.O.S. Dada per esplorare con ospiti internazionali, nel corso di quattro weekend, il potere dionisiaco del dadaismo.

Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro, 810 (Campo Sant'Agnese)

Organizzazione: Swiss Arts Council Pro Helvetia

www.prohelvetia.ch

www.biennials.ch

 

Sean Scully: Land Sea

La mostra di Sean Scully, protagonista tra i più significativi della pittura astratta, presenta un preciso studio sul ruolo della pittura geometrica nel contesto contemporaneo. In esposizione trenta opere, alcune di grande formato e altre appositamente realizzate per l’evento veneziano, in un percorso che si sviluppa attraverso le recenti sperimentazioni dell’artista. Tra le opere presentate, i lavori a olio su alluminio della serie Doric (2010-2013), in cui lo studio degli aspetti architettonici si confronta con la varietà cromatica della pittura. In mostra anche un numero selezionato di dipinti della serie Landline (2014), dove fasce orizzontali di blu, grigi e verdi suggeriscono nuove esplorazioni del concetto di paesaggio. 
Palazzo Falier, San Marco, 2906

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Fondazione Volume!

www.fondazionevolume.com

 

Sepphoris - Alessandro Valeri

Sepphoris è un’opera che Alessandro Valeri ha immaginato e realizzato per offrire un diretto sostegno all’orfanotrofio di Tsipori, località nei pressi di Nazareth situata nella Galilea centrale in Israele, dove una piccola comunità di suore dell’Ordine delle Figlie di Sant’Anna accoglie bambini di tutte le etnie e di tutte le confessioni religiose. Le immagini che formano l’installazione aerea, che si avvita verso l’alto nella cavità dell’edificio del Molino Stucky, sono il risultato dell’esperienza reale di Alessandro Valeri: queste immagini non rappresentano, ma sono uno strumento atto al cambiamento reale di un luogo, e indicano il raggiungimento di una felicità che, per quanto percepibile come qualcosa oltre le circostanze date, è concreta e raggiungibile.

Molino Stucky, atrio interno, Giudecca, 812

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Assessorato alla Cultura del Comune di Narni (TR); a Sidereal Space of Art; Satellite Berlin

www.sepphorisproject.org

 

Tesla Revisited

L’esposizione mette insieme due temi principali: da una parte, il tema dell’approccio di Tesla, la sua ricerca e le sue invenzioni e scoperte, che sono un’opera creativa paragonabile all’opera artistica. Dall’altra, il tema stesso dell’invenzione, che per Tesla era la più grande esaltazione dello spirito umano, e viene considerata da Michel Serres come l’unico vero atto intellettuale. Nel confronto delle opere di Nikola Tesla con le opere d’arte degli artisti partecipanti viene rivelato il legame tra scienza e arte. La maniera in cui l’invenzione – unico vero atto intellettuale – si manifesta nelle opere di Tesla e in quelle degli artisti diventa un aspetto cruciale dell’esposizione.

Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro, 960

(Evento chiuso)

Organizzazione: VITRARIA Glass + A Museum

www.vitraria.com

 

The Bridges of Graffiti

Questa esposizione si colloca trent’anni dopo Arte di Frontiera. New York Graffiti, la mostra curata da Francesca Alinovi che nel 1984 portò in Italia i principali esponenti del graffitismo newyorchese, tra i quali anche artisti noti al grande pubblico come Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Futura2000. Nel tentativo di storicizzare le influenze e gli scambi culturali di artisti e opere che hanno attraversato l’oceano, The Bridges of Graffiti si focalizza su quegli esponenti del graffitismo che hanno in seguito sviluppato – o che già utilizzavano – uno stile figurativo, e che hanno saputo evolversi e reinventarsi: Boris Tellengen, Doze Green, Eron, Futura2000, Mode2, SKKI ©, Jayone, Todd James, Zero-T, Teach.

Arterminal c/o Terminal San Basilio, Dorsoduro (Fondamenta Zattere al Ponte Lungo)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Associazione Culturale Inossidabile

www.inossidabileac.com
thebridgesofgraffiti.com

 

The Dialogue of Fire. Ceramic and Glass Masters from Barcelona to Venice

The Dialogue of Fire presenta opere d’arte contemporanea in ceramica e vetro, prodotte rispettivamente presso la Fondazione Artigas a Gallifa (Catalogna) e a Murano (Italia). Il fuoco èl’elemento che unisce i due materiali, seppure trasformandoli in modi opposti: da una parte cuoce l’argilla plasmata a mano conferendo così alla ceramica la sua peculiare durezza, dall’altra fonde assieme gli elementi silicei che formano il vetro, rendendolo un fluido plasmabile. Nella cornice del cinquecentesco Palazzo Tiepolo Passi sono esposti, oltre ai piatti in ceramica di maestri come Antoni Tapies ed Eduardo Chillida, installazioni site-specific create da Silvano Rubino, Judi Harvest, Joan Gardy Artigas e Isao Llorens Ishikawa.

Palazzo Tiepolo Passi, San Polo, 2774

6 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Fundaciò Artigas; ArsCulture

www.fundacio-artigas.com

www.arsculture.org

www.dialogueoffire.org

 

The Question of Beings

Yahon Chang parla della sua vita dipingendo ritratti ispirati dalla meditazione, che trasmettono le sue esperienze di rifiuto, difficoltà, accettazione e amore. Questo gruppo di ritratti di esseri senzienti, pur offrendo un materiale molto vario, presenta una forte coesione interna, grazie alla singolarità dello stile compositivo. Nell’implicito legame spirituale con la tradizione dei templi cinesi, esso evoca un senso di commemorazione per coloro che sono ormai nel passato, nel presente e nel futuro, abbracciandone al contempo grandezza e mediocrità, successi e fallimenti. Chang indaga il tema Question of Beings presso l’Istituto Santa Maria della Pietà, dove ha creato una mostra interattiva che presenta una serie di nuovi dipinti e installazioni multimediali.

Istituto Santa Maria della Pietà, Castello, 3701 (Riva degli Schiavoni)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Museum of Contemporary Art, Taipei (MoCA, Taipei)

www.mocataipei.org.tw

 

The Revenge of the Common Place

L’esposizione si costruisce attorno ad alcuni fondamentali equivoci sorti tra la tradizione occidentale e l’Estremo Oriente. Anche se in Occidente l’idea di “autore” èben protetta e collegata alla nozione di “genio”, molti artisti, attivi nell’avanguardia, hanno superato entrambi i concetti già da tempo. La copia è semplicemente diventata una nuova opzione, un possibile campo della creatività. Rimane ancora poco chiaro se abbiamo già trovato un equilibrio tra tutte le possibili conseguenze di questa nuova situazione. La questione diventa più ovvia da quando è apparso un nuovo arrivato: l’artista cinese. Prendendo le famose Brillo Boxes di Andy Warhol come punto di partenza, l’esposizione guida lo spettatore verso una nuova condizione mentale, in cui lo status dell’opera d’arte in quanto oggetto diventa incerto e ci suggerisce che forse abbiamo raggiunto l’“era del post-oggetto”.

Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro, 960
9 maggio – 30 giugno

Organizzazione: Vrije Universiteit Brussel (Free University Brussels-VUB)

www.therevengeofthecommonplace.be

 

The Silver Lining. Contemporary Art from Liechtenstein and Other Microstates

L’associazione artistica Kunstverein Schichtwechsel del Liechtenstein ha invitato giovani artisti di quattro piccoli Stati europei (Islanda, Lussemburgo, Montenegro e Liechtenstein), a dialogare e lavorare insieme. Tutti gli artisti saranno presenti per i dieci giorni dell’Evento Collaterale. Il punto di partenza è il testo di Walter Benjamin, Sul concetto di storia, in cui l’autore descrive la storia dell’umanità come una “catena di eventi” che a posteriori assumono l’aspetto di un’unica catastrofe. La sua cupa visione del mondo viene qui messa in discussione da parte di giovani artisti attraverso una visione alternativa degli eventi: eventi che li hanno ispirati e che hanno condizionato positivamente la vita loro e quella delle persone attorno. Un’attenzione particolare è data all’impatto che ha avuto su di loro il crescere in un piccolo Paese.

Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro, 810 (Campo Sant'Agnese)

24 ottobre – 1 novembre

Organizzazione: Kunstmuseum Liechtenstein

www.kunstmuseum.li

www.silverlining.li

 

The Sound of Creation. Sound Paintings by Beezy Bailey and Brian Eno

Si ascolta la musica non solo con le orecchie. Si guardano le immagini non solo con gli occhi. The Sound of Creation presenta opere pittoriche e tracce sonore frutto della cooperazione di Beezy Bailey e Brian Eno. La mostra si sviluppa in verticale, lungo lo scalone monumentale del Conservatorio Benedetto Marcello. Lo spettatore sale dalla corte interna lungo i diversi piani dello scalone dove sono collocate le opere (alcune dotate di cuffie per l’ascolto), congiungendosi al percorso creativo degli artisti sia attraverso l’impegno fisico, sia per la direzione ascendente. Giunto in cima, trova una piccola sala pervasa dal suono, dove le tele si alternano alle finestre da cui si osserva una superba vista dall’alto sulla città. Il senso del “vedere” e dell’“ascoltare” e ciò su cui la mostra intende proporre un nuovo punto di vista.

Conservatorio Benedetto Marcello, Palazzo Pisani, San Marco, 2810 (Campo Santo Stefano)

7  maggio – 22 novembre

Organizzazione: ArsCulture

www.arsculture.org

 

The Union of Fire and Water

Nel riconquistare gli spazi del grandioso Palazzo Barbaro, che apre per la prima volta al pubblico, gli artisti esplorano la natura delle oscillanti unioni culturali attraverso installazioni e opere appositamente commissionate. Gli interventi scultorei di Rashad Alakbarov interagiscono con gli interni gotici trecenteschi. Le videoinstallazioni di Almagul Menlibayeva fanno immergere lo spettatore nella storia di Baku. Esplorando le eccentricità spaziali e temporali di Baku e Venezia, la mostra propone una soluzione nuova, una città-Stato nell’ambito della Biennale di Venezia, in cui si sovrappongono i riferimenti culturali, le curiosità storiche e le identità in apparenza distanti per produrre un nuovo punto di vista sui confini stabiliti tra amore e aggressione, unione ed estasi, oriente e occidente e tra il “vecchio potere” e il “nuovo ordine del mondo”.

Palazzo Barbaro, San Marco, 2840 (Campo Santo Stefano)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: YARAT Contemporary Art Organisation

www.yarat.az

www.bakuvenice2015.com

 

Thirty Light Years - Staging Chinese Art

La mostra presenta una piccola parte della complessa evoluzione dell’arte cinese contemporanea e va intesa come una guida verso quello che sarà in futuro il nostro patrimonio culturale. La mostra evidenzia caratteristiche dell’arte astratta, ma anche un linguaggio che deriva da una lunga tradizione di dipinti a inchiostro. Le opere dimostrano la consapevolezza di ognuno degli artisti: ciascuno riflette su stesso, sulle proprie origini, si chiede dove si trova e dove andrà. Gli artisti comunicano con se stessi, lottano, discutono e creano opere come fossero attori su un palcoscenico. Questa è la Cina attuale: idee, pensieri e culture espressi in opere d’arte, che invitano tutti noi a imparare a conoscerle, a metterle in discussione, ad approfondire la comprensione della Cina contemporanea. Una messa in scena frenetica su un grande palcoscenico.

Palazzo Rossini, San Marco, 4013 (Campo Manin)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: GAC Global Art Center Foundation; The Guangdong Museum of Art

www.globalartcenter.org

www.gdmoa.org

 

Tsang Kin-Wah: The Infinite Nothing, Hong Kong in Venice

Questa personale di Tsang Kin-Wah è la continuazione artistica dell’approfondimento di Tsang sui problemi e gli interrogativi che riguardano gli eventi attuali; presenta inoltre gli ultimi sviluppi dell’interesse che, da lungo tempo, l’artista nutre per Nietzsche e per la religione. Gli spazi espositivi sono stati radicalmente rinconfigurati per mettere in mostra una serie di videoproiezioni riguardanti la fragilità dell’assoluto, l’instabilità delle cose e l’incertezza della vita. Composta da una serie di quattro gallerie, la mostra conduce i visitatori in un viaggio che termina lì dove è cominciato, dando forma all’idea di “eterna ricorrenza”.

Arsenale, Castello, 2126 (Campo della Tana)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: M+, West Kowloon Cultural District; Hong Kong Arts Development Council

www.westkowloon.hk/en/mplus

www.hkadc.org.hk

www.venicebiennale.hk

 

Under the Surface, Newfoundland and Labrador at Venice

La mostra presenta il paesaggio come uno spazio che informa e influenza continuamente il nostro rapporto con il territorio; che cosa significa vivere in un ambiente del genere e come si determina il nostro senso di identità individuale e collettiva? OutSideIn di Anne Troake si avventura nei boschi per riconsiderare il nostro complicato rapporto primordiale con il mondo naturale. Coinvolgendo i celebri artisti Carol Prieur e Bill Coleman, il sound designdi Ross Murray e la musica di Murray e Jim O’Rourke, l’artista cattura una visione stereoscopica che è insieme intima e monumentale. Jordan Bennett espone l’installazione di un capanno per la pesca insieme a numerose proiezioni audio-video. Proponendo fugaci momenti di riflessione e di contemplazione, produce un’esperienza site-specific particolare in un ambiente altrimenti estraneo.

Galleria Ca’ Rezzonico, Dorsoduro, 2793

9 maggio – 1 novembre

Organizzazione: Terra Nova Art Foundation

http://tnaf.ca

 

Ursula von Rydingsvard

L’artista Ursula von Rydingsvard ha sviluppato un suo peculiare linguaggio scultoreo che utilizza come base il legno di cedro e che è animato dalla passione per la forma e la superficie. Ogni scultura è una struttura di tipo modulare, costruita utilizzando singole travi di cedro lavorate industrialmente. Questi elementi uniformi forniscono il punto di partenza neutro da cui l’artista sviluppa metafore, che vanno a indagare complessi temi psicologici. Non fa disegni né modelli, ma segna intuitivamente ogni trave prima di tagliarla utilizzando una sega circolare. Un processo meticoloso, in cui ogni taglio influisce sul successivo, creando vigorose opere organiche a partire da “migliaia di piccole geometrie”. Nel Giardino della Marinaressa, sei sculture riflettono la vasta gamma delle sue opere, eseguite in cedro, bronzo e resina, collocate in modo da integrarsi con la caratteristica volta di pini e pioppi, l’architettura circostante e il mare poco più in là.

Giardino della Marinaressa, Castello (Riva dei Sette Martiri)

6 maggio – 22 novembre

Organizzazione:Yorkshire Sculpture Park

www.ysp.co.uk

 

We Must Risk Delight: Twenty Artists from Los Angeles

Questa mostra presenta un gruppo di straordinari artisti contemporanei di Los Angeles, le cui opere rendono la metropoli uno dei centri più vitali della creatività al mondo. We Must Risk Delight si ispira a una poesia del poeta americano Jack Gilbert intitolata A Brief for the Defense. Alternando le descrizioni lugubri del mondo in cui viviamo con momenti di gioia intensi e vividi, Gilbert sostiene la tesi incontestabile che la nostra felicita sia la più necessaria espressione di liberta, non malgrado la crudeltà, che pure è presente, ma a causa di essa. Gli artisti di We Must Risk Delight offrono una risposta visiva al richiamo all’umanità di Gilbert per celebrare la gioia.

Magazzino del Sale n. 3, Dorsoduro, 264 (Zattere)

7 maggio – 22 novembre

Organizzazione: bardoLA

www.bardoLA.org

 

Wu Tien-changNever Say Goodbye

L’evento non mette soltanto in mostra aspetti della memoria storica collettiva del popolo taiwanese, bensì presenta sentimenti condivisi universalmente, riportando alla luce ricordi e ferite incancellabili. Wu Tien-chang utilizza sottili maschere fatte con una membrana di pelle artificiale per suggerire, con immagini disturbanti e ingannevoli, gli aspetti laidi della vita e i lati oscuri della  realtà. Nello spazio espositivo delle Prigioni, la morte e il distacco vengono avvertiti come fantasmi riluttanti a lasciare il mondo terreno. Nella concezione artistica di Wu Tien-chang la connotazione erotica delle maschere utilizzate non esprime soltanto piacere e seduzione a livello formale, ma sottintende soprattutto l’anelito dell’artista a momenti felici, facendo anche eco a quella riluttanza a separarsi dal passato sempre presente nelle sue opera.

Palazzo delle Prigioni, Castello, 4209 (San Marco)

9 maggio – 22 novembre

Organizzazione: Taipei Fine Arts Museum of Taiwan

www.tfam.museum

 

Xanadu by Nikunja

Progetto in costante evoluzione, si richiama all’antica residenza estiva di Kublai Khan a Shangdu, costruita nel 1251 riproducendo esattamente il sogno dell’imperatore cinese. Come gli antichi templi onirici, Xanadu riunisce le energie e le esperienze dei suoi visitatori, specifiche del luogo e del tempo in cui l’esposizione viene allestita. Dopo varie ricerche, Nikunja ha realizzato le opere per Xanadu in Europa, sull’isola di Mauritius e sull’isola di Reunion, tra il 2011 e il 2015. Quando i visitatori entrano all’interno dell’esposizione sono spettatori, ma diventano anche parte dell’opera d’arte in qualità di interpreti. In giorni stabiliti sarà presente l’artista, per realizzare nuove opere d’arte e interagire con i singoli visitatori. Invitiamo tutti i visitatori a collaborare con Xanadu e contribuire al sogno di Nikunja.
Istituto di Santa Maria della Pietà, Calle della Pietà, 3701 (Riva Schiavoni)

Organizzazione: Dream Amsterdam Foundation

www.dreamamsterdam.nl

www.nikunja.org/xanadu
http://dreamamsterdam.nl/nikunjaxanadu/

Biennale Arte 2015
Biennale Arte 2015