La pratica del compositore e artista Ryoji Ikeda si avvicina al minimalismo monumentale, spesso intrecciando scarne composizioni acustiche a effetti visivi che assumono la forma di ampi campi di informazioni rappresentate digitalmente. Integrandosi a vicenda, questi aspetti costituiscono il linguaggio espansivo proprio dell’artista, fondato su un processo di lavoro algoritmico nel quale la matematica è usata come mezzo per registrare e riflettere il mondo naturale che ci circonda.