Shilpa Gupta si concentra sull’esistenza fisica e ideologica dei confini, svelandone le funzioni arbitrarie e insieme repressive. La sua pratica attinge alle aree interstiziali tra Stati-nazione, alle divisioni etnico-religiose e alle strutture di sorveglianza, tra i concetti di legale e illegale, appartenenza e isolamento. Le situazioni quotidiane vengono distillate in gesti concettuali concisi, sotto forma di testo, azione, oggetto e installazione attraverso cui Gupta affronta i poteri impercettibili che regolano le nostre vite in qualità di cittadini o di individui apolidi.