Gli oggetti scultorei di Elaine Cameron-Weir uniscono metallo, vetro, cemento e pietra a elementi effimeri quali fiamme, profumi e luce. Ricordano strumenti chirurgici, attrezzature di laboratorio, apparecchi di tortura, oggetti feticcio, equipaggiamenti militari o armature medievali in cui protezione, piacere e dolore convivono in un equilibrio precario. L’effetto somatico di queste opere è accentuato da elementi che portano l’impronta di tracce corporee. L’opera Low Relief Icon (Figure 1) and Low Relief Icon (Figure 2) (2021) è costituita da nastri trasportatori in tensione a cui fa da contrappeso una serie di casse metalliche impiegate dall’esercito americano per il trasporto di resti umani. Ciascuna bara è illuminata dalla luce tremolante di candele ed è collocata su un pavimento in metallo, originariamente adibito a celare i cavi elettrici. I dischi di peltro posti sui nastri trasportatori sono decorati dall’effigie ripetuta del crocifisso, evocativo della narrazione eroica del sacrificio individuale che offusca le azioni di uno Stato che paragona la vita a un oggetto usa e getta. Ricavata da un fondale funerario riadattato e illuminato da luci al neon e faretti, l’opera Right Hand Left Hand, Grinds a Fantasizer’s Dust (2021) si pone come una porta che, attirandoci con una falsa promessa di salvezza, offre una riflessione sull’inarrestabile sfruttamento della vita. Gli oggetti ibridi di Cameron-Weir evocano la fusione tra corpo, tecnologia e macchina, sancendo un legame permeabile tra la sfera umana e non.
Liv Cuniberti