Già da adolescente, l’artista britannica Jadé Fadojutimi sviluppa una ossessione nei confronti della cultura pop giapponese. Oggi, dipinge spesso al ritmo delle colonne sonore di videogiochi o anime giapponesi. I momenti nostalgici che Fadojutimi vive nell’atto di dipingere – provenienti anche da ricordi d’infanzia o perfino dagli abiti nel suo guardaroba – vivono nelle tele attraverso una gestualità esplosiva e un intenso uso del colore. Accostandosi a ogni dipinto con un atteggiamento simile al shoshin, il concetto giapponese de “la mente del novizio”, Fadojutimi consente agli oggetti quotidiani che popolano la realtà di rendersi irriconoscibili (un osservatore attento potrebbe scorgere oggetti quali calze e cappelli, materiali stampati o la vaga allusione alle linee di un paesaggio), affermando così le proprie qualità trascendenti e metafisiche. Recentemente trasferitasi in uno studio con soffitti alti sei metri, Fadojutimi è oggi in grado di dipingere su una scala che fino a poco tempo fa poteva solo immaginare. Per Il latte dei sogni, ha realizzato tre nuovi dipinti (The Prolific Beauty of Our Panicked Landscape; And that day, she remembered how to purr; e Rebirth; tutti del 2022) dalle dimensioni ambiziose e monumentali. Queste nuove opere valorizzano la qualità immersiva centrale nella sua pratica di più ampio respiro: invece di essere oggetti da osservare a distanza, i dipinti diventano luoghi o momenti all’interno o accanto ai quali l’osservatore può esistere.
Liv Cuniberti & Ian Wallace