Cresciuta in una famiglia che praticava la corsa con i cani da slitta, l’artista norvegese Liv Bugge ha trascorso molto tempo in un campo per l’addestramento cinofilo, trovando tra le decine e decine di husky i propri amici e compagni di giochi. Grazie a loro, l’artista ha imparato un modo di vivere basato sulla collaborazione e sulla comunicazione non verbale, maturando interesse verso la complessità di cicli vitali sovrapposti e sperimentando simili tematiche nella propria arte. In tutta l’opera di Bugge, la collaborazione è rappresentata accanto a strutture di potere e sistemi di controllo; la conversazione e il dialogo sono immaginati attraverso i sensi, come il tatto; i meccanismi che separano la vita umana da quella non umana e la società strutturata dallo stato selvaggio sono mostrati nella loro complessità. La videoinstallazione intitolata PLAY (2019) presenta filmati in 16mm che ritraggono un branco di husky siberiani. Le immagini sono mostrate su cucce di legno dotate di proiettori. Le riprese sono state effettuate in un campo scandinavo innevato con l’aiuto dei familiari dell’artista. Rappresentata nella sua quotidianità e senza alcuna enfasi, la vita di questi husky suggerisce un modello di sopravvivenza diverso da quello dell’aggressione e della forza; un tacito rapporto di collaborazione tra umani e animali diventa il contenuto determinante e la composizione dell’opera.
Madeline Weisburg