Le sculture sovrannaturali e biomorfiche di Marguerite Humeau potrebbero essere uscite da un’opera di fantascienza, parte di un mondo in cui la tecnologia ipermoderna e le attrezzature mediche hanno soppiantato la vita umana. L’ambivalenza fra scienza e antichi miti, robot e fossili, ingegneria biomedica e scoperte archeologiche è una caratteristica peculiare della pratica di Humeau, che si realizza in spazi fisici da leggersi come templi per cyborg e laboratori dell’estinto. Lavorando con la consulenza di esperti in zoologia, biologia e paleontologia, Humeau ha tinto tappeti con ogni sostanza chimica proveniente dal corpo umano; ha creato paesaggi sonori da cui emergono suoni di animali preistorici; ha modellato versioni contemporanee delle statuette di Venere di era paleolitica; ha fatto scorrere latte di ippopotamo rosa in vene simulate. Nei nuovi lavori prodotti per Il latte dei sogni, composti da alluminio, sale, rifiuti plastici rinvenuti nell’oceano e alghe, Humeau attinge alla ricerca sui rituali d’estasi, sugli stati di trance, sulla morfologia animale e sul cambiamento climatico. Interpretando i riti come espressione di coscienza, l’artista mette in scena sinuose sculture marine come se fossero catturate in un momento di estasi religiosa. Ciò che emerge è una sorta di sublime comprensione della mortalità, che può esistere oltre il dominio degli umani.
Madeline Weisburg