Gli assemblage a parete dell’artista americana di origine iraniana Sheree Hovsepian incorporano stampe fotografiche in vignette tridimensionali collocandole in profonde cornici realizzate su misura insieme a nylon, ceramica, spago, chiodi e legno di noce. Le sue composizioni sono pervase da un accentuato riconoscimento delle politiche rivolte al corpo, enfatizzando i rapporti tra le persone e le cose ritratte dalla sua macchina fotografica. Hovsepian concepisce la propria pratica artistica come una collaborazione dei corpi con i materiali fabbricati e nelle sue opere spesso include la propria immagine o, talvolta, quella della sorella come sua controfigura. I suoi assemblage, inoltre, inglobano frequentemente elementi in ceramica, un materiale che, come la fotografia, riceve un’impronta, attraversa un processo di trasformazione chimica e, se cotta in forno, è sempre accompagnata da un pericolo di insuccesso. L’opera di Hovsepian per Il latte dei sogni prosegue l’indagine dell’artista sulla materialità della fotografia e sulle sue qualità rappresentative, simboliche e sintattiche. In questi lavori, frammenti di corpi sono schierati come elementi formali in un vocabolario visivo di forme e linee astratte. Come afferma l’artista: “Per me, il corpo diventa il luogo di una coscienza stratificata. L’assemblage ne è una metafora”.
Ian Wallace