Frequentemente citata come importante precorritrice dell’Harlem Renaissance, la scultrice Meta Vaux Warrick Fuller è famosa soprattutto per opere allegoriche che esaminano l’identità della diaspora e riprendono motivi visivi del movimento panafricanista in un’epoca in cui i temi della comunità afroamericana venivano spesso censurati e le donne avevano raramente accesso a una formazione artistica formale. Negli anni trascorsi a Parigi l’artista incontra W.E.B. Du Bois, teorico politico e direttore della rivista “The Crisis”, che in seguito le avrebbe commissionato importanti sculture, tra cui il famoso lavoro del 1921, Ethiopia Awakening. Incaricata della realizzazione di un’opera allegorica sulla nazione etiope, Fuller produce la maquette in gesso policromo di 35 cm esposta a Venezia come studio per una scultura in bronzo più grande, che viene poi inclusa nell’America’s Making Exposition del 1921. L’opera riproduce un’aggraziata donna nell’atto di togliersi un’antica veste funeraria egizia, che con la mano destra tiene un lembo del tessuto bianco contro il petto. La scultura rimanda a un atteggiamento reso popolare anche agli esordi dell’Harlem Renaissance da Du Bois sulle pagine di “The Crisis”: un intenso interesse verso un’“Africa” immaginata – soprattutto l’Antico Egitto e l’Etiopia – come nuova articolazione dell’identità culturale afroamericana.
Madeline Weisburg