Nel 1925, quando si trasferisce a Parigi e viene in contatto con il centro del Surrealismo internazionale, Marie Čermínová ha poco più di vent’anni ed è un’esponente del movimento di avanguardia ceco conosciuto con il nome di Devětsil. Da pochi anni ha anche adottato lo pseudonimo Toyen che, ispirato alla neutralità della parola francese citoyen (cittadino), le permette di evitare qualsiasi connotazione di genere. Oltre a usare il maschile in lingua ceca, Toyen si veste in maniera alternativamente maschile e femminile, dichiara di essere attratta dalle donne e, soprattutto con la sua arte, dimostra di credere in una sessualità senza limiti e confini. Dalla più piccola illustrazione fino alla più grande pittura a olio, quasi tutti i suoi lavori sono spiccatamente erotici. Le tante donne che popolano questi immaginari sono alternativamente forti e vulnerabili: pronte a trasformarsi in potenti predatori o bambole di porcellana in frantumi. In linea con l’ambiguità del titolo – che può riferirsi al mondo militare – ognuno dei dodici disegni raccolti nel portfolio The Shooting Gallery (Střelnice) (1939–1940) ritrae un diverso scenario postbellico e, tra frammenti architettonici e cadaveri di animali, fa emergere come superstiti giovani ragazze senza volto o enormi giocattoli rotti. I loro tratti, molto surrealisticamente, si prestano a interpretazioni metaforiche sempre nuove.
Stefano Mudu