La ricerca artistica di Marina Apollonio si concentra sulla creazione di stimoli percettivi attraverso una combinazione di forme pure. La sua pratica si è continuamente sovrapposta con la razionalità del pensiero, la scientificità degli obiettivi e la sistematicità delle forme dell’Arte Programmata, Concreta, Cinetica e Optical. I lavori di Apollonio dei primi anni Sessanta sono disegni su carta, minuziosamente campiti con due colori o tonalità, costituiti da figure geometriche ripetute, ordinate in griglie, in modo da produrre un effetto dinamico nell’occhio. Esplorando la relazione tra l’opera e l’ambiente circostante, Apollonio modifica geometricamente le prime sperimentazioni ottenendo esiti di volta in volta differenti. Ogni lavoro della serie Rilievi (1964–1970), ad esempio, sembra essere la versione tridimensionale dei lavori su carta, e si presenta come una trama di metallo costituita da sottili fasce in alluminio. Montate su una lastra di masonite colorata, opaca o fluorescente, queste maglie seguono un ordine variabile che ne modifica la grandezza, l’alternanza, la profondità e la sfasatura, conferendo alla composizione un generale dinamismo. A seconda del punto di vista, il movimento è accentuato dal colore dello sfondo e dalle proprietà fisiche dell’alluminio, che rendono la superficie cangiante mentre riflettono il movimento dello spettatore.
Stefano Mudu