Nata a Bogotá e residente a New York, Fanny Sanín lavora con il linguaggio pittorico dell’astrazione sin dalla fine degli anni Sessanta, facendosi notare per la dedizione alle geometrie spigolose. Realizza Oil No. 7 (1969) in un momento cruciale per la sua carriera: è l’epoca in cui i suoi lavori passano dall’astrazione gestuale – con cui esordisce alla fine degli anni Cinquanta, dopo la laurea all’Universidad de los Andes di Bogotá – alla cesellata sofisticatezza delle costruzioni geometriche successive al 1969. Nel quadro, le campiture nette di colori caldi e scuri indicano l’appiattimento dello spazio pittorico. Questo segna le fasi iniziali del processo di geometrizzazione, cambiamento che darà poi origine alle rigorose composizioni simmetriche per le quali è oggi maggiormente nota. Il dipinto accenna anche al suo caratteristico uso stratificato del colore, nonché alle linee e alle aree verticali che strutturano la maggior parte delle opere mature. Oil No. 7 racconta la ricerca di un linguaggio personale, rivelando l’innata inclinazione e capacità nell’uso del colore dell’artista in un momento in cui non è ancora compiuto il suo definitivo approccio compositivo, che determinerà la sua lunga carriera.
L’opera di Fanny Sanín è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Emiliano Valdes