Zilia Sánchez, con una pratica tutta propria di tele scultoree, sfuma i confini tra le forme artistiche. In Lunar (1980), la rappresentazione è ridotta all’essenziale astratto. Giocando con l’intersezione tra profondità reale e pittorica, Sánchez dipinge dei cerchi concentrici in gradazione di grigi, che imitano il sorgere e il tramontare della luna mentre chi osserva cammina intorno all’opera. I toni freddi della tavolozza minimale dell’artista sono amplificati dall’ombra reale nella spaccatura assiale tra i due emisferi quasi simmetrici. La precisa finitura opaca, le tonalità fredde e il profilo sporgente di Lunar sono tutti elementi caratteristici del formato a tela sagomata per il quale Sánchez è nota. Trattando il tessuto come uno schermo e una pelle, l’artista lo tende su armature di legno che prima modella a mano. Lunar si gonfia in curve e fessure che ricordano labbra o seni, un biomorfismo astratto che codifica la sessualità femminile nel volto rotondo della luna.
— Lucia Neirotti