Zubeida Agha è annoverata tra le artiste che nei decenni del dopoguerra iniziano a costruire una contro-narrazione dell’astrazione. Composition (1988) è stato realizzato verso la fine della carriera di Agha. A differenza delle opere precedenti, che presentavano paesaggi surreali e tratti ancora narrativi, è un esempio di pura astrazione geometrica. Un insieme di forme asimmetriche modellate in nero, giallo e diverse tonalità di rosso – che evocano una disposizione tridimensionale – converge al centro dell’opera e sottolinea l’aspetto modulare dell’elemento centrale composto da triangoli e altri segmenti di linea diagonali. Contrariamente alle aspettative, non ci sono bordi netti; le linee sono volutamente irregolari. Alcune sembrano abbreviate e quasi distorte. Il risultato è magnetico, ma anche contenuto nell’uso parziale della superficie. Ostacolata da una fascia marrone che attraversa il primo piano, la composizione si sottrae alla risoluzione pittorica. È uno studio sulla forma e sulle sue possibilità.
L’opera di Zubeida Agha è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Devika Singh