Alfredo Volpi, figlio di immigrati italiani (la madre era di Lucca e il padre di Bologna), arriva in Brasile nel 1897, quando ha appena un anno. Negli anni Cinquanta, durante un viaggio in Italia, si imbatte negli affreschi di Giotto e inizia a interessarsi all’uso della tempera, una pittura a base di albume d’uovo. Fachada marrom (anni Cinquanta-Sessanta) è rappresentativa di questo momento, in cui crea anche le sue prime opere utilizzando i motivi geometrici delle bandeirinhas, un elemento che stabilisce un dialogo con l’astrattismo geometrico degli artisti concretisti brasiliani. In questa fase del lavoro di Volpi osserviamo una notevole tensione: le bandierine sono collocate a ridosso delle facciate degli edifici, un altro elemento tratto dall’universo popolare. Sospese tramite sottili linee orizzontali, come accade nelle feste popolari, le bandierine sembrano fluttuare davanti alle facciate solide e stabili. Fachada marrom è anche emblematica del modo in cui Volpi comincia a trattare lo spazio della tela da quel momento in poi, con campiture di colore segmentate, mantenendo contorni discreti ma irregolari.
—Fernando Oliva