La vita di Georgette Chen può essere distinta in due fasi: la prima – caratterizzata dai viaggi tra Cina, Stati Uniti ed Europa – durante la quale persegue la propria arte mentre attorno a lei si svolgono due guerre mondiali e la guerra civile cinese; la seconda, quando si stabilisce in una nuova casa a Singapore e insegna a una nuova generazione di artisti. Self Portrait (1946 circa) attesta la permanente dedizione alla propria arte. Il volto in primissimo piano affronta l’osservatore con sguardo sicuro. I colori pastello utilizzati per l’incarnato contrastano con lo sfondo grigio e marrone, conferendo al dipinto un senso di austerità. In quel periodo l’artista aveva perso da poco il marito, Eugene Chen, ed è alla ricerca di un luogo tranquillo dove potersi riprendere e dipingere. Nonostante la tragedia personale, Chen rimane ferma nella volontà di affermarsi come artista. Tra il 1945 e il 1947 viaggia in Cina, realizzando opere in preparazione delle successive mostre personali a Shanghai (1947), New York (1949), Parigi (1950) e Singapore (1953).
L’opera di Georgette Chen è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Lim Shujuan