Hatem El Mekki – nato a Batavia (attuale Giacarta) da padre tunisino e madre indonesiana di origine cinese – frequenta il liceo Carnot di Tunisi, dove apprende la tecnica dell’acquarello cinese, prima di recarsi a Parigi con una borsa di studio governativa. La capitale francese lo vede artista in residenza presso la prestigiosa Cité internationale des arts e durante questo periodo produce illustrazioni, lavora nel cinema e collabora con la rivista francese Marianne. La Femme et le Coq (anni Cinquanta) raffigura una donna che tiene in braccio un gallo su uno sfondo nero. La figura e l’uccello sono entrambi resi come semplici silhouette, distinte solo da un contorno bianco quasi a gesso e dai bargigli rossi sulla testa del gallo. La donna punta gli occhi spalancati direttamente sull’osservatore mentre le braccia – tracciate in maniera affrettata e quasi macabra – stringono il volatile. In molte culture il gallo è considerato simbolo di speranza e di una nuova alba, e nel contesto del dipinto di El Mekki può essere letto come segnale della liberazione della Tunisia dal protettorato coloniale francese, avvenuta tra il 1952 e il 1956.
—Suheyla Takesh