Ibrahim El-Salahi è uno dei più rinomati artisti moderni del Sudan, nonché membro illustre della Scuola di Khartoum, fondata nel 1961 da un gruppo di artisti con l’obiettivo di sviluppare un nuovo vocabolario visivo per una nazione indipendente. Dopo la morte del padre, avvenuta nell’ottobre del 1964, Salahi inizia a lavorare al gruppo di dipinti che comprende The Last Sound (1964), il cui titolo allude alla preghiera sufi: “Chi si profuma per Allah, l’Altissimo, sarà innalzato nel Giorno della Resurrezione, profumando più del muschio dolce”. Questa preghiera di addio è l’ultimo suono udito quando il corpo lascia il regno terreno. Nella sua visione di questo momento, resa con i colori della terra del Sudan – calda terra di Siena e ocra diafana –, Salahi presenta linee radiali circondate da mezzelune, lune nuove e profili astratti; una visualizzazione di qualcosa di simile a un’attrazione gravitazionale, che suggerisce il trapasso dell’amato padre in una composizione che traduce l’evanescenza e la crescente distanza dell’ultimo respiro del patriarca. The Last Sound compare in Postwar: Art Between the Pacific and the Atlantic, 1945-1965 (2016) a cura fra gli altri di Okwui Enwezor e in Surrealism Beyond Borders (2021).
— Nancy Dantas