Joaquín Torres-García – nato e morto a Montevideo, in Uruguay – dopo quarantatré anni trascorsi tra le avanguardie europee, diventa uno dei principali sostenitori dell’astrazione in America Latina.
Retrato de VP (1941) è stato dipinto durante un periodo di intensa attività. Da poco nominato professore onorario d’arte dal governo uruguaiano e trasmettendo le sue lezioni alla radio, Torres consolida il proprio ruolo di esponente di spicco del Modernismo in America Latina. Mentre sviluppa la teoria e la pratica dell’Universalismo Costruttivo, Torres continua a dipingere in altri stili. L’impasto pesante e la cupa tavolozza di questo dipinto di una sconosciuta riecheggiano i ritratti precedenti, realizzati su commissione mentre, in Europa, stava ancora cercando di mantenersi con la propria arte. In Retrato de VP, tuttavia, integra quella pratica figurativa con elementi strutturali del proprio caratteristico stile costruttivista. Come nelle sue tele a griglia, Torres costruisce la forma a partire da densi piani di colori primari, modulandoli con il bianco e il nero per creare una texture di gradazioni tonali. La composizione si basa sulla sezione aurea, un sistema di proporzioni di derivazione matematica sottostante la superficie pittorica.
—Lucia Neirotti